ORVIETO – «La situazione è davvero critica. La maggior parte delle imprese del nostro territorio sono in ginocchio». L’allarme arriva direttamente dalla Coldiretti di Orvieto che, in linea con i dati regionali, dipinge un quadro dalle tinte decisamente scure. Sia per quanto riguarda la produzione di olio, quanto quella di vino e cereali. «Ad oggi – spiegano dalla confederazione – per il comparto olivicolo si stimano danni per un buon 80% . Mentre per il vitivinicolo la situazione è ancora peggiore.
Se non arriveranno le piogge, al massimo tra dieci giorni, la produzione subirà un collasso del 100%. Dopo le gelate di aprile c’era stata una lenta ripresa e ora la mancanza di acqua ha purtroppo fatto il resto mettendo in serio rischio la produzione locale che, come noto, si regge principalmente su olio e vino». Anche il cerealicolo, sebbene nell’Orvietano le aziende del settore siano presenti in numero nettamente minore, c’è stato un brusco calo pari circa al 60%. Almeno una quarantina le segnalazioni inoltrate dalla Coldiretti di Orvieto alla Comunità montana per il risarcimento dei danni. Altrettante quelle inviate dalla Confagricoltura.
La normativa, infatti, prevede che, in presenza di avversità atmosferiche eccezionali e di calamità naturali, come appunto la siccità, possono essere attivati gli interventi contributivi e creditizi ex post del fondo di solidarietà nazionale. Ma solo su richiesta regionale, dopo che siano state accertate tutte le condizioni del danno. Pacifico pensare, dunque, quanto i lunghi tempi della burocrazia possano significare, per molti produttori, addirittura il fallimento.
«Soprattutto – spiega Paolo Maiolini della Confagricoltura – dal momento che la siccità è un fenomeno che sta interessando tantissime aziende, diversamente dalla gelata dello scorso aprile che aveva riguardato un numero esiguo, occorrerà vedere quanta disponibilità di fondi ci sarà dalla Regione». Intanto, sia grandi che piccole aziende sono in ginocchio. «Il mio è un piccolo appezzamento – racconta Luigi – dove coltivo ortaggi, frutta, pochi filari di vigna e una ventina di alberi di olivo.
Una produzione di e per la famiglia che quest’anno ha un bilancio prossimo allo zero. Le temperature di questa estate hanno praticamente bruciato tutto». Basti pensare che le massime sono superiori di 4,1 gradi alla media del periodo, mentre le piogge sono risultate in calo del 90,8%, aggravando siccità ma anche diffusione degli incendi. La situazione, anche per i grossi produttori, ovviamente, è ugualmente tragica.
«Per quanto riguarda la mia situazione – spiega Flavio Zambelli, proprietario di una delle aziende più vaste del territorio – posso dire a grandi linee che il grano duro e il grano tenero hanno resistito bene all’ondata di caldo. Al contrario, nei vigneti si prevede un calo di produzione, ottimisticamente parlando, nell’ordine del 20% rispetto alle medie delle vendemmie precedenti».
Su base regionale la Coldiretti ha stimato 60 milioni di euro di danni con il calo delle precipitazioni che porterà, seppur con differenze territoriali, a una diminuzione delle rese di grano e orzo (-30/40% circa, con picchi anche del 60% in alcune zone) e per i foraggi, ma anche della produzione di girasole, con i prossimi giorni decisivi, di olio e miele (oltre 50%).
Tra le misure adottate dalla Regione per fronteggiare i maggiori fabbisogni d’acqua ad uso irriguo, è in costituzione un accordo per incrementare del 30% il rilascio d’acqua nel fiume Tevere al fine di garantire un maggior sollievo all’intero sistema di laghetti collegati all’invaso principale. Mentre è valida da ieri fino alle 24 del 30 settembre prossimo, l’ordinanza emessa dalla presidente Catiuscia Marini con la quale si fa divieto e si limita l’attingimento di acqua da numerosi corsi e corpi idrici della Regione. (Sa. Simo)