di Dante Freddi
Pensavo che la nomina dell’assessore Cannistrà fosse leggibile come il superamento delle vicende che animarono negativamente la scelta del candidato sindaco e le primarie del 2014, quindi un riposizionamento del Pd vicino al sindaco e all’Amministrazione. Invece è stata l’occasione per assumere il ruolo di oppositore più feroce e scontato, in piena sintonia con il linguaggio e i temi di Olimpieri.
Evidentemente il PD non ha gradito la scelta di Germani e questo costituisce già un vulnus nell’opera del nuovo assessore, a cui non è lasciata neppure la possibilità di dimostrare la sua adeguatezza al ruolo.
La volontà di dividere è divenuta una costante del PD da diversi anni, chiuso nelle sue stanze e silente di fronte ai problemi della città, molti dei quali sono stati affrontati brillantemente da tutta la coalizione che forma l’Amministrazione Germani e non soltanto dall’assessore Martino, che ora sembra dover assumere la posizione di martire ingiustamente sacrificata.
Siamo a metà consiliatura e anziché costituire il megafono del lavoro di Germani e della sua Giunta, il PD lancia un’ evidente sfida all’Amministrazione, che è colpevole di essersi allontanata dalla linea del partito. Ma qual è la linea del partito, al di là di reclamare qualche assessore? chi è della Giunta che non va bene e perché? chi sono gli amici che favorisce Germani e per fare cosa?
È gravissimo che il PD, probabilmente in fase confusionale, diffonda un comunicato in cui sostiene: “Come Partito svolgeremo con responsabilità il ruolo politico che ci hanno affidato i cittadini in Consiglio Comunale, ci sentiremo liberi, rispetto a questa impostazione voluta dal Sindaco, di decidere per il bene della comunità e non per il bene di chi difende gli interessi di pochi”.
In questa proposizione c’è la minaccia di indirizzare i consiglieri del PD contro l’Amministrazione e, ancora più grave, l’accusa esplicita alla Giunta di non operare per il bene della comunità ma nell’interesse di pochi.
Alla città serve un PD che esista e operi, con una dirigenza in sintonia con gli orvietani e non divisiva, che sappia assorbire al suo interno personalismi mai sopiti e tendenze tribunizie, che sostenga l’Amministrazione che il popolo ha eletto affinché svolga al meglio i suoi compiti al servizio dei cittadini.
E non è questo PD.
Lunedì ci sarà una conferenza stampa di presentazione del nuovo assessore e chiederemo al sindaco, ovviamente, anche chi siano gli “altri interlocutori, dimenticandosi chi gli ha permesso di vincere le elezioni prima e governare dopo. Forse li aveva scelti da tempo, ma il Partito Democratico non è il partito delle poltrone, degli strapuntini, degli accordicchi, del teatrino dei nominati e dei nominativi e della salvaguardia degli interessi personali”.
E non per curiosità. Sono affermazioni che segnano e non possono passare inosservate. Gravi, non tanto perché il sindaco ha cambiato interlocutori rispetto al PD di Scopetti, che poi non sarebbe tanto grave se vuole governare la città, ma perché ci si riferisce gravemente alla “salvaguardia di interessi personali” . E questo, in un clima di sfiducia dilagante nella politica, un partito non si può permettere di affermarlo e buttarlo lì sul web e sulla stampa a detrimento dell’onorabilità del sindaco e di quanti nella città sono con lui e lavorano per costruire un futuro bloccato da un quinquennio di destra opaca e inconcludente.