“Nonostante i proclami, i provvedimenti spot e il rincorrere le emergenze, la situazione delle liste d’attesa è fuori controllo e per gli umbri è diventato praticamente impossibile prenotare un esame specialistico in tempi medio brevi, con un conseguente grave rischio, soprattutto per la salute di chi è costretto sempre più spesso a rinunciare a curarsi”.
Così il vicepresidente della Commissione Sanità, Tommaso Bori, Simona Meloni, Fabio Paparelli, Michele Bettarelli (Pd), Andrea Fora (Patto civico), Thomas De Luca (M5S) e Vincenzo Bianconi (Misto) che hanno presentato una interrogazione a riguardo, chiedendo “chiarimenti relativi alla situazione delle liste d’attesa” e un secondo atto ispettivo, sempre a firma del vicepresidente della Commissione Sanità, Tommaso Bori, insieme ai colleghi Simona Meloni, Fabio Paparelli (Pd), Andrea Fora (Patto civico), Thomas De Luca (M5S) e Vincenzo Bianconi (Misto) in merito a “alle manifestazioni di interesse di Usl1 e Usl2 volte a individuare soggetti privati accreditati con i quali sottoscrivere accordi contrattuali per l’acquisizione di prestazioni di specialistica ambulatoriale”.
“La Regione Umbria – spiegano i consiglieri firmatari dell’atto – non riesce a far fronte alle problematiche che il Covid ha evidenziato e così corre continuamente dietro alle emergenze, dimenticando di pianificare le azioni necessarie. Il 28 maggio 2019 ha adottato il Protocollo d’intesa per la tutela dei diritti dei cittadini in materia di liste d’attesa. Il Piano regionale di governo delle liste d’attesa per il triennio 2022 – 2025 viene licenziato il 18 maggio 2022 ma nulla si è rivelato sufficiente, tanto che si corre ai ripari con un Piano straordinario, l’ennesimo, approvato il 26 aprile scorso. Piano che comunque appalta ai privati gran parte della soluzione del problema”.
“Sulla gestione dei rapporti con i privati – continuano Bori, Meloni, Paparelli (Pd), Fora (Patto civico), De Luca (M5S) e Bianconi (Misto) – è evidente l’obiettivo di smobilitazione della sanità pubblica. Altro elemento emblematico, in questo contesto, è la riproposizione da parte delle Usl1 e 2, nell’ambito dei rispettivi territori, di manifestazioni di interesse per l’acquisto dai privati accreditati di prestazioni di specialistica ambulatoriale.
Prestazioni, come era già avvenuto in un precedente atto, poi sospeso dal Tar, che non prevedono criteri oggettivi con cui poter effettuare una legittima comparazione qualitativa, anche basata sulla tecnologia di macchinari e apparecchiature in uso dei soggetti privati. Nulla dunque che vada a premiare la qualità delle strutture eroganti i servizi o la storicità dell’attività svolta. Serve dunque un’operazione verità, attraverso dati e numeri, per valutare le azioni messe in campo dalla Regione fino ad ora”.