Claudio Bizzarri, professor in residence di University of Arizona Study Abroad Program
Riprendo la notizia apparsa sui media locali relativa alla visita del console dall’ambasciata di Roma ad Orvieto per condividere un paio di sensazioni e di considerazioni. Come giustamente puntualizzato nel comunicato del CSCO la presenza degli atenei USA ad Orvieto è un dato di fatto, un’esperienza costruita da anni con i suoi alti e bassi, un sistema che si tende a dare ormai per scontato ma che tale non è. Dietro le presenze di centinaia di studenti che in qualche modo rivitalizzano periodi “morti” per la città c’è un lavoro estenuante che inizia si dall’offerta didattica, ma che si deve anche misurare con una miriade di aspetti organizzativi che esulano dalla sola attività d’insegnamento: il meccanismo che è stato possibile costruire semestre dopo semestre è molto complesso ed investe Orvieto nella sua completezza. Dall’offerta storico artistica a quella dei prodotti dell’agroalimentare di eccellenza, all’idea slow che implica una infinità di comportamenti virtuosi.
Aver potuto ospitare il console ed il suo staff nella bella cornice del palazzo dei congressi è stata un’esperienza ben riassunta da una battuta di un membro dello staff dell’ambasciata: “per la vostra puntuale organizzazione e disponibilità dovremmo portare ad Orvieto gli studenti di altre città per presentare il ruolo che l’ambasciata di Roma può (e deve) offrire ai suoi cittadini; da voi è tutto più facile”. Una frase che deve far riflettere Orvieto e gli Orvietani sulle potenzialità che la nostra città rappresenta.
Le iniziative sono anche collegate alla ricerca archeologica e da poco è stata promossa una nuova serie di campagne che interesseranno anche il vicino comparto del lago di Bolsena, un’area che dobbiamo sempre più sentire come parte integrante ed integrata del nostro territorio. I siti di campo della Fiera, della cavità 254 in via Ripa Medici, poggio Gramignano a Lugnano in Teverina e della necropoli di Crocifisso del Tufo hanno da sempre visto una forte partecipazione di studenti americani. Qualche volta rimane un po’ di amaro in bocca nel constatare che risposta del comparto produttivo locale è mancata. Proprio per Crocifisso del Tufo, con il trust di scopo Sostratos, è stata data la possibilità alle imprese dell’Orvietano di offrire sostegno all’iniziativa di scavo, con benefici fiscali addirittura più vantaggiosi dell’Art Bonus ministeriale. Purtroppo, oltre a Speleotecnica e, per un anno, Meccanica Spadoni, non è stato espresso interesse da parte di altre realtà imprenditoriali. Va ricordato che il nome di Orvieto viene veicolato nei circuiti internazionale anche tramite la ricerca scientifica e da cosa nasce cosa: un chiaro esempio è proprio la cavità 254, nota oggi a livello internazionale, che ha visto negli anni svelare l’Orvieto del V secolo a.c. proprio per merito dei partecipanti alle field schools statunitensi.
Un grazie sentito a quanti hanno reso possibile, negli anni, la crescita dei programmi di studio all’estero nella nostra città, anche se non deve mancare lo stimolo a non abbassare la guardia: nulla deve essere dato per scontato e sugli allori non è mai il caso di dormire. Quelli vanno bene per i fegatelli. [suggeriti]