ORVIETO – L’associazione diocesana “Pietre Vive” dà inizio alle attività che caraterizzeranno l’anno 2019, con un importante evento dedicato a San Tommaso d’Aquino ed alla chiesa di San Domenico in Orvieto, luogo strettamente legato alla vita del “Doctor Universalis”.
Qui infatti, domenica 27 gennaio, a partire dalle 15.00, si parlerà di uno dei pilastri teologici della Chiesa cattolica, di colui che da “bue muto”, perchè grasso e poco loquace , stupì tutti divenendo il “Doctor Angelicus”, filosofo e teologo. Quanto San Tommaso fosse filosofo è evidente nella “Summa contra Gentiles”, opera in cui cercò di convincere i non cristiani dell’esistenza di Dio e dell’immortalità dell’anima; quanto invece fosse un grande teologo lo dimostrò nella “Summa Theologie”dove considerò le virtù come salvaguardia della vita sociale e politica. In quest’opera portò n evidenza anche alcune riflessioni che sottointendevano una concezione artistica ben precisa, la cui eco può essere ravvisata nella chiarezza dell’architettura dell’ordine domenicano:”Belle infatti son dette quelle cose che viste destano piacere”. Il mondo delle arti figurative colse fin da subito le novità rappresentate dalla dottina tomista del perfezionamento dell’uomo attraverso le virtù.
A celebrare la figura dell’aquinate, con una lectio magistralis, sarà dapprima padre Vincenzo Benetollo, presidente della Società Internazionale San Tommaso d’Aquino, che si occupa di promuovere la conoscenza del suo pensiero. Seguiranno gli interventi dell’avvocato Aurora Cantini, autrice del libro “San Tommaso d’Aquino ad Orvieto”, nonché di alcuni esponenti del clero diocesano, con l’intento di approfondire l’importanza della presenza del “Doctor Evangelicus” nella nostrà città, considerata patria del Santo dal 1261 al 1265.
Ad arricchire il programma saranno gli intermezzi di reading teatral curati dall’artista ed attore, Andrea Brugnera. Protagonista induscussa sarà la sede dell’evento, la chiesa di San Domenico e le sue preziose opere che saranno sapientemente illustrate dall’architetto Raffaele D’Avanzo e dalla dott.ssa Barbara Magnabene, volontaria dell’associazione “Pietre Vive”.