ORVIETO – L’episodio è da manuale morale. Un mese fa, di domenica dopo essere stato alla messa, un giovane, zainetto in spalla, sale in treno con un amico. Si siedono. Il convoglio riparte dalla piccola stazione di Fabro alla volta di Orvieto. Il vagone è vuoto. Lo sguardo vaga tra le schiere di sedili e distrattamente si posa su un oggetto: è una borsa da donna, evidentemente lasciata incustodita.
Non entra nessuno nel vagone, nemmeno il controllore. Il tragitto da fare è breve, ed è quasi ora di scendere. Il ragazzo passa accanto alla borsa e la prende. Ora è arrivato alla stazione di Orvieto, entra nella sala d’aspetto e guarda il contenuto della borsa: un portafogli con una importante somma di denaro (sterline), carte di credito, documenti, un cellulare, altri oggetti. E un numero di telefono di casa: forse quello della legittima proprietaria.
Il giovane chiama allora un amico mediatore culturale, gli spiega l’accaduto e lo prega di chiamare il numero trovato in borsa. È il numero giusto: la borsa viene restituita con molti ringraziamenti e una piccola ricompensa da parte della matura signora inglese con la quale ora si sentono al telefono e che lo ha invitato in Inghilterra.
Il giovane protagonista della storia vera, è Emos Kwofie, 28enne originario del Ghana richiedente protezione internazionale (ben prima di questo episodio aveva già ottenuto dal Giudice il riconoscimento di protezione umanitaria) e attualmente è ospite presso la struttura della Cooperativa “Il Quadrifoglio” a Monteleone di Orvieto. Ad Orvieto, invece, frequenta i corsi di lingua italiana organizzati presso l’ex caserma Piave; ha la passione del calcio (gioca nel ruolo di difensore) ed è tesserato del Fabro Calcio.
Emos ha “obbedito” ad un comando della ragione – restituire le cose di proprietà altrui – nonostante le circostanze. Circostanze che potevano indurre in tentazione. Emos, infatti, avrebbe potuto appropriarsi del contenuto, ma ha preferito non farlo.
Ieri mattina, su invito del Sindaco, Giuseppe Germani e insieme con la responsabile dell’area Immigrati della Cooperativa “Il Quadrifoglio”, Doriana Barbanera, e gli operatori Luca Angelozzi, Pablo Fabian Canepuccia e Matteo Pesaresi è stato ricevuto in Comune dove ha raccontato la sua storia e i suoi desideri; presente anche del neo Assessore, Roberta Cotigni.
Un incontro semplice, per nulla retorico, in cui il Sindaco ha ringraziato Emos complimentandosi per il suo gesto di onestà ed accoglienza verso un altro cittadino straniero. “In questo momento in cui c’è poca sintonia fra le persone – ha detto – questa storia dimostra ancora una volta come le persone oneste esistono in ogni parte del mondo, ci dimostra quanto sono inutili i pregiudizi e quanto sia importante invece investire nell’accoglienza. Il gesto di Emos fa molto onore a lui e anche alla nostra comunità”.
“Questa storia non ha nulla di eccezionale – dicono gli operatori della Cooperativa ‘Il Quadrifoglio’ – però l’aver segnato un percorso di integrazione appena agli inizi con un gesto morale, con una ‘buona azione’, mostra la possibilità di un mondo in cui la paura non avvelena lo sguardo e in cui si può vivere insieme secondo giustizia e fratellanza. Abbiamo voluto rendere pubblica questa piccola storia perché quella possibilità non deve essere annientata. E tante piccole storie, come questa, attestano che quel possibile può diventare reale”.