Si è concluso il Forum degli amministratori socialisti, la due giorni che si è svolta l’8 e il 9 settembre a Orvieto per discutere di enti locali, governo del territorio, riforme, alleanze politiche future. Dopo la prima giornata, che si è conclusa con gli esiti dei lavori di cinque tavoli di lavoro tematici – in cui 500 tra sindaci e amministratori socialisti hanno discusso di Governance locale, tutela del territorio delle città storiche, gestione del flusso dei migranti, riforme e sviluppo a sud- la seconda è stata dedicata al dibattito sulle proposte scaturite dai dibattiti, agli interventi degli ospiti e al tema delle coalizioni per le prossime sfide elettorali.
“Accogliamo l’appello lanciato da Lorenzo Guerini per proseguire un’alleanza stretta, competitiva e coesa, tra le due forze della sinistra riformista, PD e PSI. Stringiamo insieme un “patto con gli italiani” per le prossime elezioni politiche e lo leghiamo a un programma concreto che venga incontro alle esigenze di chi si trova nella condizione del bisogno”- ha detto il segretario del PSI, Riccardo Nencini, chiudendo la kermesse socialista e riferendosi all’intervento di Lorenzo Guerini, coordinatore della segreteria del Pd, che intervenendo al forum socialista ha detto: “ci sia l’impegno, tra Pd e PSI, a proseguire anche nella prossima legislatura un lavoro comune per la realizzazione delle riforme necessarie. La presenza del riformismo socialista nel governo nazionale e degli enti locali – ha aggiunto Guerini a Orvieto – è necessaria per portare a termine insieme i risultati già raggiunti”.
Nencini, concludendo i lavori, ha aggiunto: “in Italia i partiti a vocazione maggioritaria non esistono. L’ipotesi di una coalizione coesa è la strada maestra, non rieditando l’Unione ma facendo i conti con chi c’è. Protagonisti di un autentico patto con gli Italiani dovranno essere le forze che si richiamano al socialismo europeo, i cattolici democratici, la sinistra civica”- ha proseguito.
Abstract intervento di Riccardo Nencini:
“Per stabilizzare e rafforzare la crescita economica sono di grande utilità anche le riforme istituzionali. La sconfitta al referendum le rende solo più urgenti. Per questo la prossima legislatura deve aprirsi con una Assemblea Costituente e con un pacchetto di riforme per il buon governo locale: elezione diretta dei vertici delle Città Metropolitane, fusione dei comuni con popolazione inferiore ai 1500 abitanti, macro regioni, costituzione di un unico Ministero del Territorio. Quanto al referendum lombardo-Veneto, consultazione di nessuna utilità, di fatto una campagna elettorale pagata dai cittadini, i socialisti si asterranno.
La prossima Legge di Stabilità dovrà contenere misure strutturali, non dovrà essere una finanziaria di ‘spesa a corto raggio’. Misure che facciano costare di meno il lavoro a tempo indeterminato rispetto al tempo parziale, misure di sostegno a studenti meritevoli ma bisognosi, nuovo piano casa con vendita alloggi e affitti calmierati. In legge di stabilità anche norme dure contro l’abusivismo edilizio: indagare nelle 5 milioni di domande di condono giacenti da anni per separare l’abusivismo lieve da interventi pesanti contro il paesaggio e a danno della sicurezza per i quali non esiste alternativa all’abbattimento.
– Approvazione autunnale dello jus soli collegato a giuramento obbligatorio sulla costituzione da parte dei profughi residenti in Italia.
– Alle suggestioni della ‘rottamazione’ deve sostituirsi la concretezza delle esperienze maturate nel governo di municipi e regioni. Da qui deve essere tratta parte della classe dirigente italiana. Aprire le liste elettorali alla presenza di amministratori”.