di Dante Freddi – Ormai il vecchio ospedale non vale più niente. Quella struttura enorme, nella posizione tra le più belle della città, con il Duomo di fronte, è messo in vendita dalla Regione al valore determinato in 2milioni600mila euro fissato dall’Agenzia del territorio, che nel 2006 lo valutava invece 6milioni137mila euro. Fu su quella base di valori che l’Asl acquistò per 2milioni 700mila euro la ex mensa della Piave per costruire il Palazzo della Salute. Su tale valutazione non è d’accordo l’ufficio patrimonio della Usl e ritiene che il valore giusto sia di 3milioni 500mila euro.
Non c’è più tempo per consentire che questo valore diminuisca ulteriormente e qualche affarista còlga l’occasione di toglierci quel bene, senza alcuna garanzia della sua produttività e omogeneità in un progetto di città, qualsiasi cosa si faccia lì.
È ora di provare a costruire una società per azioni ad azionariato diffuso che tenti di acquistare quell’immobile, dato che anche il Comune ha da tempo rinunciato alla prelazione d’acquisto.
Se 5mila persone mettessero a disposizione 540 euro sarebbe possibile l’acquisto, senza considerare aziende, enti, e tutte le idee che possono venire a qualcuno che vuole davvero realizzare quell’idea. Il sindaco ha garantito che prima della vendita la città discuterà sulla destinazione dell’immobile e pur nutrendo la massima fiducia in Germani, la Regione è altra cosa e alcune dinamiche potrebbero sfuggirci. L’idea della società ad azionariato diffuso è stata l’unica apprezzabile che ha avuto il consigliere Olimpieri in tanti anni e aderimmo subito con entusiasmo Pier Luigi Leoni e io.
Ma la cosa si smorzò subito, perché l’idea della destra era quella di vendere la Palazzina comando, acquistarci l’ospedale e guadagnarci un paio di milioni da mettere nel bilancio. E Olimpieri si zittì. Ma la questione non funzionò, per l’impossibilità di mettere ogni anno in vendita la palazzina comando e perché la Regione non sarebbe certo stata lì a vedere il furbo Còncina a fare l’affare. E siamo a ora, con quel palazzo che bisogna vendere in fretta per non farlo cadere a pezzi e con il suo valore che diventa sempre minore. Già Cittadinanzattiva con cui da anni ci confrontiamo sull’argomento, sta lavorando per creare un movimento cittadino. Cominciamo da lì, senza preclusioni, e andiamo avanti con l’idea, consapevoli che questa volta non si tratta di influenzare scelte politiche ma di costruire sul serio un’azione che sappia coinvolgere i portafogli rinsecchiti degli orvietani.
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