La Popolare di Bari, azionista d maggioranza della CRO, a dicembresi trasformerà in SpA e pertanto ha dovuto fissare un valore con cui presentarsi al mercato. Il valore stabilito dagli Advisor della BpB è di euro 7,50, pari a quello delle azione dopo la svalutazione del 21% di qualche mese fa, che aveva allarmato i numerosi azionisti orvietani che temono di non riprendere i quattrini dei titoli in loro possesso e che in oltre cento si sono associati in Paresidium.
E, nonostante la politica di tranquillizzazione che sembra guidare la BpB e la sua CRO, i risparmiatori continuano ad essere agitati, perché le azioni continuano a essere non monetizazabili, quindi non spendibili, pezzi di carta non trasferibili in beni utili, in soddisfazione di bisogni.
Una situazione complessa, che coinvolge tutti, perché dimuisce la disponibilità di spesa nel nostro territorio e ne aggrava la condizione economica.
Le spese in occasione delle festività, di fronte a una ventina di milioni che nel territorio non sono nelle tasche di chi potrebbe spenderli, potrebbero subire un flessione significativa.
Per chiarire ai risparmiatori e agli orvietani il punto di vista di chi i soldi ce li ha messi, l’associazione ha convocato il 6 dicembre alle 17,30, presso la sala del Governatore, un incontro per confrontarsi sulla situazione e per individuare azioni future. Naturalmente è stata invitata anche la CRO e il suo nuovo direttore.
Utile leggere l’allegato articolo in PDF del Sole 24Ore, sulla stessa linea di Praesidium. articolo-sole24ore
Segue il comunicato di Paresidium.
“Premettiamo che la nostra massima soddisfazione sarebbe quella di recarci allo sportello della C.R.O. per ritirare i nostri soldi, sia pure svalutati del 21%, e magari depositarli presso la stessa Banca avendoli disponibili per le nostre necessità.
Purtroppo non è così.
Ci potremmo anche dichiarare soddisfatti a fronte di un impegno formale che ci dica in che tempi ed in che modo potranno esserci restituiti e certamente non crediamo a parole dichiarate in privato, visto che in passato si sono rivelate non veritiere.
Nel merito avevamo previsto in una nostra comunicazione scritta agli associati, prima che fosse formalizzato, quale sarebbe stato il valore di recesso. Una sua svalutazione avrebbe portato infatti la Banca a non avere i requisiti di capitale necessari per il suo funzionamento.
A conferma è la stessa dichiarazione del consiglio di amministrazione della Popolare di Bari di non avere alcun capitale per pagare chi volesse recedere e per questo, per non portare la Banca in crisi, si mantiene così l’azione illiquida (non monetizzabile) per un tempo indefinito.
Invitiamo pertanto gli Azionisti a verificare presso la CRO se e quando c’è disponibilità effettiva al rimborso delle azioni al valore dichiarato.
Il giorno 6 dicembre alle ore 17,30 presso la Sala del Governatore in Orvieto, saremmo a disposizione degli associati in un apposito incontro per chiarire come si è arrivati alla valore dell’azione, con quale procedura e con quali attori e vi renderemo partecipi della comunicazione formale che abbiamo inviato a Banca d’Italia, a CONSOB ed al MEF.
Inviteremo anche i vertici della Banca che così potranno finalmente smentirci se abbiamo torto.
Daremo un parere sulle possibili scelte future che gli azionisti potranno fare.
Nel frattempo alleghiamo l’articolo del Sole24ore che consigliamo di leggere, in particolare e soprattutto a quanti ritengono il problema risolto.
I soldi sono tali quando si possono utilizzare o si sa quando lo si potrà fare.
Associazione Praesidium (comitato risparmiatori CRO-BPB)