di Mario Tiberi
Volendo in massima sintesi riassumere le ragioni del NO al referendum di ottobre, esaminate analiticamente nella esalogia già pubblicata e ampiamente diffusa, sottopongo alla cortese attenzione delle lettrici e dei lettori i seguenti argomenti nodali per un voto NON confermativo della “kako-riforma (pessima riforma)” renziana.
Moralmente NO perché non deve essere offesa la dignità di cittadinanza del popolo italiano;
Socialmente NO perché un integro ed equo ordinamento costituzionale deve unire e non dividere;
Giuridicamente NO perché lo Stato di Diritto va fondato sulla Legge per tutti e non su quella per
pochi;
Istituzionalmente NO perché l’ordinamento democratico richiede la più vasta articolazione dei poteri pubblici e non l’accentramento in un unico soggetto decisionale;
Politicamente NO perché è inammissibile che la rappresentanza popolare sia definita da ristrette oligarchie di stampo monocratico;
Culturalmente NO perché un testo legislativo di suprema importanza, quale la Costituzione Repubblicana, non può e non deve essere vilipeso da raffazzonate revisioni frutto di insipienza giuridica e di sgrammaticature lessicali e linguistiche.
Per evitare, dunque, di incorrere in esiziali errori di natura morale, sociale, giuridica, istituzionale, politica, culturale, altra via non vi è se non quella di un chiaro e tondo NO ad una modifica della Costituzione Italiana voluta, solo e unicamente, da coloro che si giudicano più uguali nelle diseguaglianze e, quindi, al di sopra del giudizio del Popolo Sovrano.