Venerdì 10 giugno 2016, ad Orvieto, negli spazi del Museo “Emilio Greco”, alle ore 17.30, verrà presentato il libro Qualunque cosa sia Dio di Antonio Rossetti (Gruppo Albatros – Il Filo, Roma 2016). All’iniziativa, oltre all’autore, interverranno Stefano Adami (Encyclopedia of Italian Literary Studies Princeton University) e Giuseppe M. Della Fina (Fondazione per il Museo “Claudio Faina”).
Il racconto, in chiave di romanzo storico, è incentrato sull’impossibilità di trovare una sintesi tra le leggi di Natura – un comando che la volontà di sopravvivenza impartisce alla morale – e quelle dell’Uomo. La narrazione vede protagonisti due italiani, Gino e Teodoro, pragmatico il primo, incline alla riflessione filosofica, il secondo. Fatti prigionieri dai tedeschi dopo l’8 settembre del 1943, sono internati in Germania, in un campo di lavoro. Con dei flash back l’autore anima i personaggi, che percorrono tutto il Novecento, dalla prima guerra mondiale ai giorni nostri, per rappresentare archetipi, come Ernst – uno dei personaggi principali del romanzo – con la filosofia di Heidegger e Teodoro con quella di Adorno. Nel finale, l’Autore ci traghetta all’attualità e da lì nel futuro. Il risultato è un romanzo storico (ma non del tutto), la storia del rapporto tra un padre e un figlio (ma non del tutto), un’indagine sullo scandalo della filosofia del Novecento, cioè il coinvolgimento con il nazismo di Heidegger (ma non del tutto).
In fondo è il racconto del tortuoso attraversamento dell’oceano del Male del XX secolo da parte di un uomo, anzi dell’Uomo.
Antonio Rossetti è nato a Piancastagnaio, in provincia di Siena, nel 1959. Si è laureato in Economia all’Università di Firenze, vive a Orvieto e lavora a Roma, occupandosi di modelli matematici per la gestione del rischio finanziario. Su tale argomento ha pubblicato numerosi articoli, oltre un libro sui derivati finanziari (Edizioni Il Sole 24 Ore). In Qualunque cosa sia Dio, il suo primo lavoro di narrativa – un urlo di fronte al baratro novecentesco del male – si ritrovano echi della sua professione: alla base v’è una costruzione e un utilizzo del linguaggio che rendono il racconto un labirinto di possibilità, circolare e pertanto infinito, nel quale ogni lettore può optare per una diversa traiettoria della narrazione.