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Home Politica

Note sul rapporto costo ora/valore degli assessori orvietani

Redazione by Redazione
22 Novembre 2015
in Politica, Sette Giorni, Archivio notizie
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Di seguito, la nota di Andrea Sacripanti a proposito di alcune mie considerazioni sul costo degli amministratori. Siamo sostanzialmente d’accordo su tutto con il capogruppo di FdI-An e, ne sono certo, siamo animati dalla stessa pretesa che i soldi pubblici siano spesi al meglio. La differenza è che lui ha un ruolo politico e deve svolgerlo.
Primo: il mio riferimento all’ipocrisia non era riferito al suo ragionamento ma, essendo presente al Consiglio, a farfugliamenti di qualche suo collega, da cui è difficile individuare tentativi di argomentazione e che è solito gracchiare soprattutto sentimenti rancorosi.
Secondo: la durata oraria della Giunta, quella su cui lei pretende chiarimenti.
Anche io mi sono posto le sue medesime domande e mi è stato risposto che come metodo di lavoro le due giornate dedicate alla Giunta sono l’occasione per gli assessori di lavorare insieme, per avere una comune visione del progetto amministrativo che si sta costruendo (il valore lo giudicheranno gli elettori)  e non soltanto l’occasione per votare gli atti già definiti che si devono trasformare in deliberazioni. Fin qui mi sembra che il metodo sia perfino buono, soprattutto se si adatta alle esigenze di lavoro e all’organizzazione personale degli amministratori, di cui bisogna tenere conto, se li vogliamo a nostro servizio.
Non mi intendo di organizzazione del lavoro amministrativo, non so se si potrebbe risparmiare qualche migliaio di euro, ma ho la certezza che si svolge tutto all’interno di un processo del tutto legittimo, garantito e firmato sempre dal segretario comunale. Il rispetto delle regole è prioritario e qualche volta dobbiamo accontentarci di questo.

Il sistema più economico sarebbe che Germani scegliesse per assessori sei sette pensionati. Sono sicuro che ne troverebbe disponibili, magari non del tutto rincoglioniti, gratis e con tanto tempo a disposizione.
Io mi propongo, dato che nessuno me lo ha mai offerto: senza un euro e a tempo pieno.
Ma dopo pranzo amo mezz’ora di pennichella. Si può  con i ritmi stacanovisti che Germani impone ai suoi assessori?
Con simpatia. Dante Freddi

Egregio Direttore,

dopo aver letto l’articolo da Lei pubblicato sui costi della Giunta comunale, sento il dovere di precisare ulteriormente alcuni aspetti che, forse, ho trascurato di chiarire nel mio precedente intervento.

Conosco perfettamente l’articolo 79 del D.Lgs 267/2000 e i principi ispiratori che lo informano. In buona sostanza, trovo sacrosanto che vengano concessi permessi retribuiti a Consiglieri e membri della Giunta, dipendenti pubblici o privati che siano, per la partecipazioni a Consigli, Commissioni e alle adunanze degli organi di cui fanno parte, leggasi sedute di Giunta comunale, così come trovo altrettanto opportuno che vengano concesse 24 h ore mensili di permesso retribuito per lo svolgimento delle attività connesse alla carica istituzionale ricoperta.

In mancanza di tali prerogative, infatti, sarebbe impossibile, per la maggior parte di noi eletti, svolgere il mandato conferitoci dai Cittadini che implica, se vissuto con senso di responsabilità, spirito di servizio e passione, un’attività particolarmente impegnativa che non si esaurisce soltanto nella vetrina offertaci dalle sedute del Consiglio, ma che comporta studio, redazione di atti, come interrogazioni, interpellanze, mozioni, e incontri con i Cittadini che, giustamente, ci segnalano i loro problemi.

Io stesso, per cercare di svolgere al meglio il mio mandato elettorale, utilizzo in qualità di capogruppo le 24 ore di permesso retribuito di cui all’art. 79, comma 4, del citato decreto, oltre ai permessi legati alla effettiva durata di Consigli e Commissioni, in media 3 al mese, così come legittimamente ed opportunamente fanno gli altri miei colleghi, dipendenti pubblici o privati che siano.

Tengo a precisare che, come avviene per i Consigli e le Commissioni consiliari, anche i permessi legati alle riunioni di Giunta, vengono concessi in base all’effettiva durata delle sedute.

Ora, dagli atti che ho richiesto in Comune, emerge un fatto che mi è sembrato alquanto anomalo e di cui ho chiesto spiegazione in Consiglio comunale, senza ricevere alcuna risposta nel merito.

Non riesco a comprendere, infatti, come mai nel nostro Comune le Giunte si svolgano ben 2 volte a settimana per una durata media, almeno nella maggior parte dei casi, di 8 ore ciascuna, mentre in molti altri Comuni ben più grandi, e ritengo più complessi, del nostro, la Giunta si riunisca soltanto una volta a settimana e per poche ore.

Si prenda, ad esempio, il caso di Perugia dove la Giunta si riunisce, salvo casi eccezionali ed urgenti, soltanto per tre ore a settimana. Insomma 16 ore nel caso di Orvieto contro 3 ore nel caso di Perugia. Non suona strano anche a Lei, Direttore?

Ciò appare ancor più incomprensibile se si considerano l’esiguità degli atti prodotti da questo surplus di lavoro.

Come anche Lei, Direttore, avrà notato visionando costantemente l’albo pretorio on-line del Comune di Orvieto, la maggior parte delle delibere di Giunta riguardano, infatti, la concessione di patrocini o l’adozione di atti tecnici che, di certo, non vengono redatti nell’ambito delle riunioni in questione, ma preventivamente dal personale addetto.

Ho chiesto spiegazioni, sì, perché mi sento nel pieno diritto e dovere di farlo, come cittadino e come consigliere comunale, anche perché, come riportato nell’articolo da Lei stesso pubblicato sul Suo sito, tutto ciò ha un costo, e non certo di poco conto.

Voglio sapere, e non certo per perseguire altri fini se non quelli della piena trasparenza, se siamo in presenza di un utilizzo corretto delle prerogative citate, oppure siamo di fronte ad un uso anomalo, distorto ed arbitrario delle stesse.

Così come pretendo di sapere cosa fanno i nostri Amministratori nelle 16 ore settimanali in cui si riuniscono e che giustificano, presso i propri datori di lavoro, come “partecipazione alle riunioni di Giunta comunale”. Mi sarà consentito o no, visto che queste assenze dal lavoro rappresentano, in termini di rimborsi ai rispettivi datori di lavoro, una buona fetta dei famosi 97 mila euro?

Se è vero, e non ho motivo di dubitarlo, che queste 16 ore vengono tutte utilizzate per l’effettivo svolgimento delle sedute di Giunta, il che vorrebbe dire che i nostri Amministratori stiano in riunioni ininterrotte per ben 2 giorni a settimana e per ben 8 ore consecutive ciascuno, perché non rispondere alle domande poste?

Non si può liquidare la questione con giustificazioni generiche in dialetto politichese, anche perché se è vero che la Giunta ha tutto il diritto di dotarsi di un proprio metodo di lavoro, è pur sempre vero che questa autonomia organizzativa e funzionale debba muoversi all’interno dei limiti e nella piena osservanza delle leggi in materia.

Vede Direttore, proprio per certificarne l’effettiva durata, le Commissioni consiliari, alle quali partecipa anche il sottoscritto, vengono registrate e verbalizzate. I Consiglieri, dunque, non possono protrarre la durata delle sedute una volta che siano esauriti gli argomenti da trattare. Perché non si fa altrettanto con le riunioni di Giunta? Nella mia richiesta di accesso agli atti, ho espressamente richiesto i verbali delle riunioni. Perché ancora non mi sono stati forniti?

Non crede anche Lei che questi interrogativi meritino una risposta?

E ciò a prescindere dagli altri permessi previsti dalla legge, dei quali, come detto, anch’io fruisco, e dalle indennità corrisposte agli Amministratori che rimangono invariate indipendentemente dal numero e dalla durata delle riunioni.

Possiamo, per una volta, non confondere le questioni?

Infine, Direttore, vorrei farLe presente che sono perfettamente cosciente del fatto che anche il sottoscritto, quando si assenta dal lavoro per svolgere la propria attività istituzionale, nonostante il Comune nulla debba al mio datore di lavoro, rappresenti comunque un costo in termini di produttività per la mia Amministrazione e quindi per i Cittadini che con le loro tasse mantengono l’apparato pubblico, di cui il mio datore di lavoro fa parte.

E’ anche per questi motivi che, nel pieno rispetto delle leggi esistenti, cerco di svolgere al meglio il mio ruolo di Consigliere comunale, cosa che, per i motivi esposti in precedenza, mi sarebbe impossibile senza l’utilizzo dei permessi, consapevole che saranno gli stessi Cittadini a giudicarmi quando sarà il momento

Senza alcuna ipocrisia, e con la stima di sempre, invio i mie più cordiali saluti.

 

 

 

 

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