Si terrà a Orvieto presso il MODO – Museo Emilio Greco, giovedì 20 novembre alle ore 16.30, la presentazione del libro scritto da Mons. Luigi Bettazzi, dal titolo “La Chiesa dei poveri. Dal Concilio a papa Francesco” (edito da Pazzini).
L’incontro è organizzato da “Isola del libro”, in collaborazione con la diocesi di Orvieto-Todi, l’Opera del Duomo di Orvieto e il convento della Porziuncola di Santa Maria degli Angeli di Assisi, e vedrà la partecipazione di Mons. Benedetto Tuzia vescovo di Orvieto-Todi e del giornalista della Rai Mino Lorusso.
Una seconda tappa umbra è in programma venerdì 21 novembre alle ore 16.30 presso il convento della Porziuncola di Santa Maria degli Angeli di Assisi, con la partecipazione del vescovo di Assisi Mons. Domenico Sorrentino, il custode della Porziuncola, padre Rosario Gugliotta, e il giornalista Rai Rosario Carello.
Mons. Luigi Bettazzi, sacerdote dal 1946, si è laureato in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e poi in Filosofia presso l’Università degli Studi Alma Mater di Bologna.
Nel 1963 è stato nominato vescovo di Tagaste e poi vescovo ausiliare di Bologna. Ha partecipato a tre sessioni del Concilio Vaticano II e il 26 novembre 1966 è divenuto vescovo di Ivrea. Nominato nel 1968 presidente nazionale di Pax Christi, il movimento cattolico internazionale per la pace, dieci anni più tardi ne è divenuto presidente. Nel 1985 ha ricevuto il Premio Internazionale dell’Unesco per l’Educazione alla Pace.
Celebre per le sua battaglie per l’obiezione di coscienza e per l’obiezione fiscale alle spese militari, Mons. Bettazzi nel 1978 si offre prigioniero in cambio del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, rapito dalle Brigate Rosse. Nel 1999 si è dimesso per raggiunti limiti di età, conservando il titolo di vescovo emerito di Ivrea. Attualmente è presidente del Centro Studi Economico Sociali di Pax Christi Italia. “La Chiesa dei poveri. Dal Concilio a papa Francesco” affronta il tema caro all’attuale pontefice, ossia quello di una Chiesa più presente nella società e meno autoreferenziale, più vicina ai sofferenti.