Si è tenuto a Orvieto, all’interno di Palazzo del Popolo nella splendida cornice della Sala dei Quattrocento, di fronte ad una platea composta da oltre 250 professionisti, il convegno dal titolo “Piano Nazionale di Ammodernamento Urbanistico – Effetti sullo sviluppo e sull’occupazione nel Paese Italia” co-promosso dal Centro Studi Tecnico-Economico-Giuridico Unises insieme ad alcuni ordini, collegi e associazioni della provincia di Perugia e Terni.
Ad aprire i lavori è stato il Sindaco di Orvieto Giuseppe Germani. «Quando sono stato invitato al convegno ho deciso di partecipare subito perché non possiamo più perdere tempo. Dobbiamo creare le condizioni per valorizzare e ristrutturare il grande patrimonio edilizio che abbiamo. Orvieto, per esempio, è ricca di testimonianze delle civiltà passate ma negli ultimi anni – ha detto il primo cittadino – è stata caratterizzata da politiche di sviluppo forse un po’ troppo aggressive nei confronti del territorio e ora è fondamentale ripartire cambiando mentalità. È arrivato il momento di tornare a riprogettare il nostro futuro e spero che il percorso avviato da Unises porti frutti positivi».
Dopo i saluti dell’Assessore all’Urbanistica della Regione Umbria Fabio Paparelli, dell’Assessore all’Edilizia e Viabilità della Provincia di Terni Stefano Mocio e del Sindaco di Fabro Maurizio Terzino, che hanno mostrato grande apprezzamento nei confronti del “Piano Nazionale di Ammodernamento Urbanistico”, il convegno è entrato nel vivo con l’illustrazione del progetto da parte dell’economista Stefano Baldassini di Unises, che in tre distinti step ha offerto un’apprezzata sintesi del Piano.
Nello specifico, nel corso della prima parte, è stata sottolineata l’inderogabile esigenza di affrontare quattro macro-riforme strutturali necessarie all’Italia per uscire dalla crisi economico-finanziaria:
– un ammodernamento dell’assetto istituzionale, ormai obsoleto e con troppi centri di potere e burocrazia;
– uno snellimento del quadro normativo con oltre 300.000 leggi, che rendono il paese Italia non competitivo rispetto ad altri player europei che operano con circa 10.000 norme;
– l’istituzione di strumenti di pianificazione a medio lungo termine per stimolare l’economia reale (Piani sistemici nazionali) su alcuni settori strategici tra i quali: urbanistica, manifatturiero, agroalimentare, turismo e infrastrutture;
– l’istituzione di fondi strutturali dedicati per porre fine al corrente blackout-finanziario sull’economia reale, ovvero, l’istituzione di una società di scopo sistemica quotata in borsa e partecipata dallo Stato, dalle Banche e con un flottante pari al 49%, in grado di emettere obbligazioni (Italy Bond) con alto rating, in virtù dell’assetto societario sopra indicato, di una governance dualistica nonché di una particolare garanzia di solvibilità a tutela degli investitori rappresentata da un’imposta di tutela del fondo strutturale quale strumento per regolare, anno per anno, le eventuali sofferenze sugli impieghi di ogni fondo strutturale, stante la funzione di utilità sociale degli stessi.
Baldassini ha, quindi, sottolineato l’esigenza di avviare urgentemente ed in deroga all’attuale quadro normativo i piani sistemici nazionali e i fondi strutturali dedicati per mettere in sicurezza tutto il sistema economico-produttivo del paese Italia, sottolineando che le altre due inderogabili macro-riforme strutturali, modernizzazione dell’assetto istituzionale e semplificazione normativa, non possono che essere traguardate in termini attuativi a 5-10 anni in ragione della loro complessità e dei relativi iter approvativi.
A seguire, nella seconda parte, sono stati illustrati i presupposti attuativi del “Piano Nazionale di Ammodernamento Urbanistico” rispetto all’esigenza di:
– promulgare un nuovo Testo Unico Urbanistico che inverta gli indirizzi normativi che nel XX secolo hanno accompagnato i processi di espansione urbana a favore di nuovi indirizzi sovrapposti alla rigenerazione urbana, ovvero, riqualificazione dei centri storici, demolizione e riedificazione delle periferie;
– individuare nelle rigenerazione urbana “carattere di utilità sociale” meritorio, come tale, di essere inserito nel contesto normativo come “obbligo” e non più come “diritto”.
Nell’ambito dei presupposti attuativi sono state esaminate anche le criticità del patrimonio immobiliare nazionale con particolare riguardo a: rischio sismico, rischio idrogeologico, efficienza energetica, rigenerazione di città ormai obsolete quali fattori di produzione nell’ambito delle filiere turistica, immobiliare, nonché, produttiva di beni e servizi.
Infine, nella terza parte, sono state illustrate le analisi macroeconomiche del “Piano Nazionale di Ammodernamento Urbanistico”, sovrapposte a un primo macro-ciclo trentennale, rappresentando le stime relative:
– a stimoli prodotti sul Pil dal piano nazionale in termini di appalti edili, pari a 67 miliardi di euro l’anno;
– a stimoli prodotti sul Pil dalla filiera finanziaria dei fondi strutturali che sviluppa, in termini di ricavi correlati al piano nazionale di ammodernamento urbanistico, 2 miliardi di euro nella fase di start up, per arrivare progressivamente a 60 miliardi di euro nel trentesimo anno, a valori attualizzati;
– a stimoli occupazionali pari a oltre 1,1 milioni di nuovi occupati nella fase biennale di start-up e pari a oltre 2,3 milioni entro il primo ciclo trentennale;
– ad una pianificazione progressiva della riduzione della pressione fiscale aggregata (oneri sociali, imposte dirette e indirette) dall’attuale 44,34% al 34% entro il macro-ciclo economico in esame;
– effetti sul rapporto debito pubblico su Pil, rispetto al conseguimento degli obiettivi fissati dal fiscal compact;
– sostenibilità del rapporto Debito privato su Pil in costanza di erogazione dei finanziamenti a lungo termine (mutuo fondiari) a imprese e famiglie necessari per stimolare il piano.
L’economista Stefano Baldassini è poi passato a rappresentare un’analisi comparativa tra le previsioni per il 2014 del Documento di Economia e Finanza (Def) e quelle elaborate dall’Ente di Studio e Ricerca Unises (sottoscritte ai fini della data certa presso notaio in data 07/11/2013 e depositate presso l’Ufficio del Registro di Perugia in data 03/12/2013 al n. 23292 serie IT).
Con riferimento a tale analisi comparativa, Baldassini ha messo a confronto le seguenti previsioni anche con riguardo agli omologhi andamenti tendenziali Istat rilevati nel corrente 2014:
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Def Letta-Saccomanni 20/09/2013:
Crescita Pil nominale 2014 = +2,90 %
Deflattore 2014 = +1,90 %
Crescita Pil reale = +1,00 %
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Def Renzi-Padoan 08/04/2014:
Crescita Pil nominale 2014 = +1,73 %
Deflattore 2014 = +0,93 %
Crescita Pil reale = +0,80 %
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Def Unises 11/07/2013:
Crescita Pil nominale 2014 = +0,54 %
inflazione 2014 = +0,83 %
Crescita Pil reale = -0,26 %
Andamenti tendenziali Istat rilevanti nel corrente 2014:
Inflazione tendenziale annua rilevata a maggio 2014 = +0,50 %
Andamento tendenziale PIL REALE primo trimestre 2014 = -0,20 %
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evidenziando l’elevato scostamento delle previsioni nei Def dei citati governi, rispetto agli andamenti tendenziali 2014 dell’economia italiana e, in contrapposizione, l’attendibilità delle previsioni proposte nel Def Unises del 07/11/2013.
A conclusione della propria audizione, l’economista Stefano Baldassini ha illustrato i due possibili percorsi attuativi delle macro-riforme strutturali illustrate:
– un primo percorso sovrapposto all’art. 71, comma 1 della Costituzione, ovvero, correlato all’attività di Governo e Parlamento, rispetto alle quali Unises intende esercitare un’azione di costruttiva proposizione di strategie e progetti macroeconomici, mediante audizioni presso: Commissioni Consiliari Regionali, Conferenza Stato Regioni, Anci Regionali e relativi Sindaci, Commissioni Parlamentari, Commissioni Ministeriali, Governo, ABI e Banca d’Italia;
– un secondo percorso sovrapposto all’art. 71, comma 2 della Costituzione che prevede la possibilità di presentare progetti di legge da parte dei cittadini, rispetto al quale, Unises sta strutturando un programma di cooperazione tra il proprio Centro Studi Tecnico-Economico-Giuridico e Ordini e Collegi professionali, Associazioni di categorie produttive e Associazioni sindacali.
Dopo l’audizione dell’economista sono intervenuti alcuni esponenti di Ordini e Collegi professionali e Associazioni di categorie produttive:
– Marco Struzzi, Presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Terni, che ha ribadito e sottolineato il caos normativo nell’ambito del quale gli operatori economici, professionisti e imprese, sono costretti a operare nel settore edile e che ha prospettato di concertate con l’Ordine Nazionale degli Architetti un’audizione entro luglio per prospettare l’organizzazione di un Congresso Nazionale degli Architetti, incentrato sulla presentazione del “Piano di Ammodernamento Urbanistico” di Unises nella città di Assisi;
– Mario Biancifiori, Vice Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Terni, che ha apprezzato l’azione di Unises sia per la strutturazione e la lungimiranza strategica, che per la piena sovrapposizione ai percorsi costituzionali vigenti;
– Tiziana Peruzzi, Segretaria Generale dell’Associazione Tributaristi Italiani, che ha manifestato la volontà dell’associazione rappresentata di appoggiare Unises attraverso un protocollo volontario d’intesa.
– Sandro Gulino, Presidente Confesercenti Orvieto, che ha ribadito gli indirizzi dei vertici regionali di Confesercenti di appoggiare Unises nell’ambito delle innovative azioni promosse.
Per Unises, i prossimi mesi saranno particolarmente intensi: Il tour nazionale avviato l’11 aprile scorso a Perugia, proseguirà il 2 luglio a Milano per presentare il strategico “Italia obiettivo 2035” ed il “Piano Nazionale di Ummodernamento urbanistico” in co-promozione con gli Ordini, Collegi e Associazioni professionali di Architetti, Notai, Avvocati, Periti Industriali, Geologi, Tributaristi, che hanno accreditato l’evento anche ai fini dei crediti formativi professionali per i relativi iscritti.
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