di Enrico Petrangeli, associazione Val di Paglia bene comune
In vista del 12 di novembre 2014, l’anniversario di una catastrofe che vogliamo diventi la pietra miliare di un nuovo modo di considerare il territorio e la città attribuiamo le Code di Paglia.
Come si sa, avere la coda di paglia significa aver combinato qualcosa per cui non si è del tutto a posto con la coscienza. Le Code di Paglia che attribuiamo noi, con la P maiuscola che indica il nome del fiume, sono per quanti avendo ruolo e autorità non hanno saputo interpretare le fragilità di un territorio emerse in maniera catastrofica né accogliere la domanda di cambiamento che si sta diffondendo tra le popolazioni.
Il 12 novembre sul Ponte dell’Adunata metteremo due striscioni con la scritta Code di Paglia. Chiunque, in qualsiasi momento della giornata secondo le sue disponibilità, può attaccare la sua personale Coda di Paglia.
La Coda di Paglia deve essere fatta in maniera semplice, mettendo insieme con un po’ di spago qualche filo d’erba o qualche ramoscello o delle pagliuzze. Curiamo che sia visibile perché possa avere un valore simbolico.
Alleghiamoci anche un biglietto sul quale avremo scritto per chi è la coda e perché.
Cominciamo ad assegnare le Code di Paglia
Coda di Paglia per il Presidente della Giunta Regionale: il Decreto “Piano di ripartizione dei fondi …per gli interventi sul reticolo idraulico, le frane e le infrastrutture” mostra la parabola discendente dell’impegno straordinario per la ricostruzione. Immediatamente reattiva all’alluvione la Regione non ha poi saputo essere conseguente e le prospettive di ricostruzione si sono immiserite per l’inerzia burocratica, l’incapacità di coordinamento e la necessità di conciliare troppi interessi particolari ed eterogenei. La Regione dovrebbe effettivamente stimolare e coordinare il disegno di un piano organico per la tutela e la valorizzazione del territorio.
Coda di Paglia per l’Assessore all’ambiente della Giunta Regionale: non ha saputo o voluto o potuto svolgere il lavoro di coordinamento che avrebbe consentito, forse, di superare la polverizzazione di competenze in materia ambientale e garantire interventi tempestivi ed appropriati. Se ad oggi non c’è ancora un Piano di intervento organico è per la mancanza di metodo e per il continuo riduttivismo con cui ha considerato le richieste dei cittadini. E’ sua la responsabilità principale dello stato di polemica serpeggiante oggi tra Regione, Provincia e Comune.
Coda di Paglia per il Commissario straordinario per l’emergenza: nel periodo in cui è stato in vigore lo stato di emergenza si è fatto fronte a qualche lavoro di somma urgenza ma non si è saputa fare una lettura appropriata né delle criticità né delle priorità. Non si è saputa produrre, né stimolare una progettazione che consentisse di accedere agli snellimenti amministrativi concessi dallo stato di emergenza.
Coda di Paglia per il Dirigente del Servizio Risorse idriche e rischio idraulico della Regione: nelle prime uscite pubbliche ha dimostrato di non tenere in considerazione quanto fatto dal Commissario per l’emergenza. Ha le sue personali convinzioni sullo stato del bacino idrografico del Paglia che condizionano le sue scelte e lo inducono a soluzioni riduttive.
Coda di Paglia per il Coordinatore dell’Area economia e imprese della Regione: lo sforzo fatto per piegare la normativa esistente alla concessione di rimborsi e risarcimenti è stata vanificata. Per effetto delle regole e delle limitazioni contenute nei Bandi per i rimborsi si sono avuti esiti paradossali che irritano le imprese e avviliscono i cittadini.
Continua…