di Leonardo Brugiotti
In merito alla nuova regolamentazione sulla musica live, continuo a chiedermi e sempre lo farò…con quale criterio, sulla scorta di quali valutazioni si prendono certe decisioni. Purtroppo da ex assessore ogni mio intervento potrebbe sembrare strumentale ma credetemi non è così…da semplice cittadino (che purtroppo ha fatto parte di codesta amministrazione e quindi conosce l’una e l’altra facciata), osservo che nell’ultimo anno vi è stato un rapido declino nella ricerca di rilanciare Orvieto, un rapido declino nel proporre…progettare…organizzare. Premesso che io non sono un fautore della confusione e del rumore, vorrei fare una semplice valutazione…quanti sono i locali che potenzialmente possono provocare disagi con la musica live?…Non più di quattro. Poiché Via del Duomo ed il corso non sono come le “Ramblas” di Barcellona dove si concentra la vera movida, non mi sembra che un numero così esiguo di locali possa creare un danno così enorme da limitarne l’attività di intrattenimento con modalità di tipo “bulgaro”; per cui ignorando il Q.S.V. (quadro strategico di valorizzazione) di cui ormai non si parla più, ignorando la reale complessità del piano di zonizzazione acustica che non è riferito solamente al centro storico, si consuma ai danni di chi ancora opera ad Orvieto un altro atto inutile. Invero le criticità individuate dal piano di zonizzazione acustica (documento di ben 165 pagine), al capitolo 8, ricomprendono quelle dovute al traffico veicolare (ad esempio non mi risulta che in via Postierla siano stati presi provvedimenti in merito), al traffico ferroviario, alle sorgenti puntuali, alle attività produttive ed alla contiguità tra zone acustiche maggiori di 5 dBA. Pertanto sarebbe interessante sapere quali siano i provvedimenti per ovviare all’inquinamento acustico che codesta amministrazione sta prendendo per ovviare ai problemi anche al di fuori della rupe. Inoltre, visto che il provvedimento cita il piano di zonizzazione acustica, sarà interessante vedere come Concina e l’assessore preposto si porranno di fronte al problema di piazza Duomo, la quale è da tempo individuata e regolamentata come segue:
- Il 26 Novembre 1986, il Ministro per i Beni Culturali ed Ambientali, con proprio decreto, ed in base ai disposti dell’art. 21 ex Lege 1/6/39 n. 1089,stabilisce vincolo e prescrizioni sull’utilizzo dell’intera piazza;
- In data 10/10/2007 con Prot. n. 0035716,viene presentato al Consiglio Comunale di Orvieto, approva apposito regolamento sulla “ DISCIPLINA DEL TRAFFICO E DELLA CIRCOLAZIONE STRADALE NEL CENTRO STORICO DI ORVIETO”, dove al Titolo XIV SI INDIVIDUA IN TUTTA Piazza Duomo la “Zona di Silenzio” ; dove di fatto…sono vietati in qualsiasi ora, schiamazzi, uso di apparecchi per la riproduzione sonora, suoni provocati con qualsiasi apparecchio e qualsiasi attività rumorosa che possa arrecare disturbo alla quiete pubblica…
- Il vigente Regolamento per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche (approvato con delibera consiliare n. 15 del 14 Marzo 2011), prevede che possano essere concesse deroghe solamente alla parte di piazza Duomo sul lato sinistro rispetto alla facciata, menzionando altresì solamente la apposizione di strutture temporanee, subordinate alla preventiva autorizzazione della Soprintendenza per i beni Architettonici e Paesaggistici dell’Umbria. Le preciso che per tale autorizzazione, va presentato un regolare progetto; inoltre come è evidente, anche questo regolamento esclude l’utilizzo della piazza prospiciente la facciata della Cattedrale.
- Il nuovo piano di ZONIZZAZIONE ACUSTICA, come approvato dal Consiglio Comunale, a seguito di rilevazioni e studi approfonditi, ha escluso Piazza Duomo da tali manifestazioni, indicandone l’alternativa in Piazza del Popolo; tale ubicazione è stata individuata proprio…”sulla base delle situazioni pregresse, riferibili alle richieste per l’autorizzazione allo svolgimento di attività rumorose temporanee”…(vedasi la tabellazione riportata a pagina 79 della relazione del piano di zonizzazione acustica).
- La attuale ordinanza emessa dal Dirigente del settore del Comune di Orvieto non modifica il precedente regolamento se non nel Titolo IV, avente come oggetto solamente la variazione delle fasce orarie;
Per i suddetti motivi, Raduni di Lamborghini, macchine d’epoca, concerti, gazebi e quant’altro sono assolutamente vietati paradossalmente da chi invece li consente.
Di fatto come al solito, chi amministra agisce senza seguire un piano strutturato bensì con azioni “spot” che individuano e colpiscono ora l’uno ora l’altro senza una continuità logica. Orvieto sta lentamente, o forse rapidamente, reclinando il capo verso terra, oggi chi ci amministra non cerca di educare i giovani, semplicemente reprime ogni cosa che legittimamente possa essere di incentivo alla rinascita di Orvieto. Vorrei anche aggiungere che nel metodo, codesta amministrazione continua a comportarsi come se fossimo nel pieno di un regime dove tra le mura del palazzo si decide e, alla faccia della democrazia, si è dimenticato il termine partecipazione poiché non mi risulta che gli operatori dei vari settori vengano chiamati quantomeno ad un tavolo di discussione e ogni decisione viene resa pubblica a cose fatte. Addirittura è stato messo in vendita l’edificio che ospita servizi importanti rivolti ai malati polmonari e purtroppo ai tossicodipendenti senza proporre alternativa. Molto probabilmente a breve, non ci sarà da stupirsi se ad Orvieto, dopo il divieto di circolazione ai cani, verrà imposto l’obbligo di sussurrare quando ci si incontrerà per conversare durante la passeggiata domenicale. La nostra città come oggi è amministrata sta rapidamente reclinando il capo verso terra, le sue spalle si stanno piegando, sta diventando sempre più vecchia avvolgendosi nel bozzolo dell’incertezza, dello scoramento e della mancanza di fiducia; non è più ricettiva a quello che c’è di buono, di bello e di grande,mi fa pensare al discorso che nel 1945 il generale Mac Arthur fece ai cadetti di West Point:
La giovinezza non è un periodo della vita, essa è uno stato dello spirito, un effetto della volontà, una qualità dell’immaginazione, una intensità emotiva, una vittoria del coraggio sulla timidezza, del gusto dell’avventura sull’amore del conforto. Non si diventa vecchi per avere vissuto un certo numero di anni, si diventa vecchi perché si è abbandonato il nostro ideale. Gli anni aggrinziscono la pelle, la rinuncia al nostro ideale aggrinzisce l’anima.
Ma questo accadeva a West Point, Toni Concina ha frequentato un’altra scuola militare. Non voglio aggiungere altro. Dico solo che se dovessi fare una crociera e dovessi scegliere tra un capitano che ha fatto molti naufragi ed uno che non ne ha fatto nessuno, sceglierei quello che è naufragato molte volte, perché se ancora comanda vuol dire che ha imparato come si fa a salvarsi…purtroppo Concina e quel che resta della sua giunta sono al loro primo naufragio e credo proprio che non si salverà nessuno.
La foto in home è di Piero Piscini