di Enrico Petrangeli, presidente associazione Val di Paglia bene comune
In vista del 12 di novembre 2013, l’anniversario di una catastrofe che vogliamo diventi la pietra miliare di un nuovo modo di considerare il territorio e la città attribuiamo le Code di Paglia.
Come si sa, avere la coda di paglia significa aver combinato qualcosa per cui non si è del tutto a posto con la coscienza. Le Code di Paglia che attribuiamo noi, con la P maiuscola che indica il nome del fiume, sono per quanti avendo ruolo e autorità non hanno saputo interpretare le fragilità di un territorio emerse in maniera catastrofica né accogliere la domanda di cambiamento che si sta diffondendo tra le popolazioni.
Il 12 novembre sul Ponte dell’Adunata metteremo due striscioni con la scritta Code di Paglia. Chiunque, in qualsiasi momento della giornata secondo le sue disponibilità, può attaccare la sua personale Coda di Paglia riferita a persone e per fatti concreti.
La Coda di Paglia deve essere fatta in maniera semplice, mettendo insieme con un po’ di spago qualche filo d’erba o qualche ramoscello o delle pagliuzze. Curiamo che sia visibile perché possa avere un valore simbolico.
Alleghiamoci anche un biglietto sul quale avremo scritto per chi è la coda e perché.
Continuiamo ad assegnare le Code di Paglia
Coda di Paglia per il Presidente della Giunta Provinciale di Terni: l’istituzione che ha le deleghe più ampie e specifiche per intervenire sul Paglia si è rivelata impreparata di fronte alle esigenze del post alluvione. Sottostrutturata nel suo Settore Ambiente e alle prese con le opacità della Riforma delle Province non ha saputo interloquire né con le popolazioni locali né con le altre istituzioni. Non è riuscita ad elaborare proposte durante lo stato di emergenza e neppure a rinunciare a vetrine intempestive e incongrue. A tutt’oggi è impegnata nella polemica con Regione e Comune.
Coda di Paglia per l’Assessore all’ambiente della Giunta Provinciale: competente e corretto ha lasciato però che la sua azione fosse determinata dalle prassi dell’ente e dal sottodimensionamento del Settore Ambiente. Si è così arroccato nella difesa d’ufficio dell’operato purtroppo approssimativo della sua struttura, ha sostenuto posizioni pertinenti ma intempestive, non è riuscito a inquadrare una prospettiva globale di lavoro.
Coda di Paglia per il Dirigente del Settore Ambiente e Difesa del Suolo della Provincia: pur all’interno di un contesto di crisi oggettiva dell’ente ha saputo concentrarsi soltanto sul dare una plausibilità formale ad un quadro di interventi oggettivamente esiguo ed inappropriato. Non è stato capace né di intravedere la possibilità di rifinalizzare le scarse risorse in vista di una maggiore efficacia, né di individuare proposte originali.
Coda di Paglia per l’Ingegnere idraulico del Settore Ambiente e Difesa del Suolo della Provincia: ingegnere dimezzato, purtroppo. Si è attardato su dispute particolari e, in assenza di programmi organici, inutili. Le sue conoscenze sullo stato del fiume e il potersi concentrare solo su interventi datati, di cui scommettiamo conosce perfettamente i limiti, lo portano a proporre in maniera dogmatica i progetti. La direzione dei cantieri non è inappuntabile.
Continua…