“La nostra proposta di rimodulazione dell’addizionale regionale Irpef (com’è noto resa obbligatoria da disposizioni legislative nazionali) è fondamentalmente ispirata da un principio di equità, che, garantendo lo stesso gettito (circa 18 milioni di euro, Ndr), sgraverà la fascia dei redditi medio-bassi, accrescerà di poco l’aliquota della fascia mediana, e sposterà il peso maggiore dell’imposta sui redditi che superano i 75 mila euro”. Lo ha detto l’assessore al Bilancio della Regione Umbria Fabrizio Bracco, annunciando la presentazione del provvedimento lunedì prossimo nella seduta della giunta regionale. In quella occasione – ha aggiunto – saranno forniti tutti i dettagli dell’operazione, di cui si sa comunque che sarà basata sui cinque scaglioni di reddito previsti dalla normativa nazionale (il primo fino a 15 mila euro, il secondo fino a 28 mila, il terzo fino a 55 mila, il quarto fino a 75 mila euro, il quinto oltre i 75 mila).
Le aliquote dell’addizionale regionale verranno così rimodulate, mantenendo l’invarianza fiscale, ma riducendone il carico sulle fasce reddituali più deboli, e rideterminandole con incrementi progressivi per scaglioni di reddito, in una percentuale che sarà resa ufficialmente nota lunedì. A differenza di prima, quando l’addizionale regionale Irpef fu disciplinata per la prima volta nel 2001 e la Regione Umbria la quantificò nella maggiorazione dello 0,2 per cento, da applicarsi all’intero reddito (con esclusione di quelli del primo scaglione), l’imposta verrà ora calcolata sulla quota eccedente lo scaglione fino a 15 mila euro, con consistenti sgravi per la seconda e terza classe di reddito (che rappresentano il grosso dei contribuenti, rispettivamente 163 mila e 228 mila) ed una lieve incidenza sul quarto.
“I redditi sopra i 75 mila euro saranno quelli sottoposti a pressione maggiore – ha detto l’assessore Bracco -, ma, in un momento ancora drammatico per l’economia del paese e la vita delle famiglie, si tratta sostanzialmente di una operazione di equità: in una situazione difficile, anche per le finanze regionali, la Regione ha scelto di non aumentare il gettito dell’addizionale, tutelando però i redditi bassi e chiedendo a quelli più alti un sacrificio maggiore. Un sacrificio che comunque – ha concluso – riteniamo possa essere abbastanza agevolmente sopportato, anche in nome di quella solidarietà di cui il paese ha bisogno in questo momento di difficoltà”.