di Pier Luigi Leoni
Caro Fausto,
non siamo in regime comunista, perciò puoi dire ciò che vuoi, perfino che sei comunista. Però su qualche punto mi costringi a replicare, altrimenti si può pensare che c’eravamo messi d’accordo. Infatti dai una forte risonanza al contenuto di un mio articolo; e questo fa il mio gioco. Invece non c’eravamo messi d’accordo, perché tu, che non sei tipo da andare in giro a malignare nei bar e nel palazzo comunale, ti sei limitato a immaginare ciò che in quegli ambienti si maligna e a metterlo nero su bianco. Ti diverti così. Dicevo che mi costringi a replicare; infatti mi descrivi implicato in una operazione politica che assomiglierebbe “ad una congiura di palazzo, ad una poco seria coltellata alle spalle.” Dunque Concina sarebbe un specie di Giulio Cesare e io una specie di Bruto. Sennonché Concina è un bravo signore che non aspira alla dittatura e io un consigliere comunale che lo sta sostenendo da più quattro anni nel suo ruolo di sindaco. Un consigliere che ritiene un massacro per Concina una sua ricandidatura con il centrodestra. Caro Fausto, se vuoi bene a Toni, come spesso scrivi, aiutalo a fare i conti invece di infilarti nei panni dell’angelo vendicatore. Quanto al COVIP, ho visto ciò che ti scrive Franco e lo condivido. Confermo, da parte mia, che condivido l’iniziativa del nostro circolo politico-culturale: verificare le disponibilità, per le elezioni comunali del prossimo anno, ad una iniziativa civica. Si tratta di una operazione difficile e rischiosa, disinteressata e fuori dagli schemi. Infatti si tratta di superare la logica dello scontro tra destra e sinistra, tra Guelfi e Ghibellini. Si tratta di superare l’emotività, che fa parte della natura umana e che ci fa sentire buoni e nel giusto soltanto all’interno del gruppo al quale per varie ragioni sentiamo di appartenere. Ma, quando la situazione di una città è eccezionalmente drammatica, o saltano gli schemi o salta la città.