Riceviamo dal PdCi di Orvieto e pubblichiamo.
Orvieto è la festa del degrado, l’emblema dell’ennesimo fallimento di questa amministrazione anche sulla cura dei giardini pubblici e delle piazze cittadine.
Non ci divertiamo certo a sottolineare queste cose, ma lo stato di degrado delle piazze cittadine è arrivato a livelli indecorosi, e al decoro si affianca un vero e proprio problema di sicurezza. Le piazze del centro storico, tra le più prestigiose e frequentate non solo dai cittadini, ma anche dai turisti, versano in condizioni drammatiche. Via Aniene ad esempio a Sferracavallo, presenta dei cedimenti strutturali importante in un muro adiacente ad una abitazione che desta preoccupazione ad i suoi inquilini . Facile immaginare quindi quale siano le condizioni in tante altre piazze o aree verdi delle periferie. In città, a Ciconia, Sferracavallo la situazione è definitivamente degenerata: cani liberi, nonostante vi sia la possibilità di realizzare senza problemi un’area cani , alcuni giochi per bambini vicino a dirupi inutilizzabili per problemi di sicurezza, e i restanti giochi versano in condizioni igieniche vergognose, con tanto di rifiuti di ogni tipo compresi escrementi di animali ed umani. Per non parlare poi dell’impraticabilità degli stessi per via della folta vegetazione.
Cosa intende fare l’amministrazione comunale? Esiste un cronogramma di interventi per riqualificare le piazze della città? Quanto sarà stanziato nel prossimo bilancio per queste finalità?
E’ paradossale che il Sindaco e la sua maggioranza sbandieri ai quattro venti le proprie azioni di rientro di bilancio, per altro false, quando poi la situazione che si presenta agli occhi di grandi e piccini è questa. Ancora una volta la distanza tra le parole e gli annunci fatti dal sindaco Concina e la realtà dei fatti è abissale. E come è vero che questa maggioranza di centro destra è stato, giustamente, retrocesso nella classifica del consenso, è anche vero che adesso è Orvieto che rischia di retrocedere, dovendo pagare sulla propria pelle una politica fatta di tanta immagine, ma di poca sostanza.