di Massimo Maggi
Ai Minus Habens della politica è bene ricordare alcune verità. Nei comuni si vota, o non si vota, non per protesta ma per necessità. Esercitare una tifoseria isterica ed infantile non porta a nulla e lo avevamo già visto nelle passate amministrative prima dell’estate. Ma non serve ai Minus neanche l’appello del capo politico, auto conclamato e auto promosso, che ordina di fare liste con persone competenti, preparate e affidabili altrimenti interviene lui. Finalmente quell’uno vale uno non è più un brodo primordiale. Ma era evidente che non poteva essere così e che la causa dei fallimenti alle amministrative era proprio qui. Eppure a Trento, come a Bolzano, ci era andato lo stesso Grillo in persona per sostenere la lista (purtroppo già fatta e certificata) che, come sappiamo, ha raggiunto il 2,5%. Ma è la stessa percentuale di Castel Giorgio alle passate amministrative senza comizio del Capo, senza certificazione e con l’aggravante della delazione parlamentare. Onore al merito ai candidati di Castel Giorgio. La viltà dei grillini attivisti non si è fermata e ha continuato a fecondare discrasie con la chiusura e l’ottusità dei MeetUp, cosiddetti storici, e dove gli stessi in conflitto elemosinano la certificazione da uno staff amorfo e burocrate. Penose situazioni quali quelle di Imperia e di Ancona sono fin troppo conosciute. Il caso Sardegna merita ancora oggi un’analisi a parte per la sua gravità. Prevalse la forzata unificazione dei MeetUp contro l’apertura all’elettorato attivo per la determinazione della lista. Esempio pessimo di vecchia politica, quella appunto che si voleva sconfiggere. Il risultato fu terribile: percentuali sotto soglia e liste neanche presentate in una regione dove alle nazionali si era raggiunto il 29,6%. Dove invece prevalse il lucido coraggio sulla viltà i risultati furono altri. A Messina non aprirono nessuna discussione con l’arroccamento dei ‘Grillini Doc’, e la lista ‘No Ponte’ stravinse. Esempio da tenere a mente. Ma ciecamente ed ottusamente si vuole intraprendere la stessa via anche per le amministrative 2014 sprecando il tempo in guerre intestine tra meeup, baronetti e buffoni di corte. Ogni tentativo di parlare alla cittadinanza con dibattiti, articoli e comunicati stampa scatena nella fogna grillesca reazioni isteriche e scomposte dove ogni possibilità di dialogo con l’elettorato viene assassinato dal ‘fuoco amico’. L’elettorato di fronte a questo pietoso spettacolo reagisce coerentemente e responsabilmente ritornando al non voto o al voto di liste civiche che si presentano con coraggio, passione e soprattutto programmi affidabili e con candidati affidabili. La differenza tra le politiche e le amministrative non sta nel trovare infantili giustificazioni quando hai perso o quando hai vinto ma sta nel fatto che per protesta puoi anche votare Cicciolina in Europa ma nel comune il giorno dopo devi mandarci a scuola i tuoi figli e i tuoi nipoti. Ma per i ‘grillini’ il solo fatto di aver potuto partecipare alla ‘mensa del signore’ è già un onore e una vittoria. La certificazione Grillo l’ha data a me. Ecco bravo mo dattela in faccia! I cittadini, quelli veri, quelli che non si riuniscono in club esclusivi, quelli che non prendono parte a gruppi di ascolto che riscrivono l’eterno libro dei luoghi comuni ogni volta che si incontrano, quelli che sorridono alla scelta assembleare di votare se si deve votare, quelli, in sintesi, che conoscono bene la differenza tra il merito e il metodo, quelli che la squadra del cuore è una cosa e il Patto Cittadino è un’altra; bene questi cittadini sono pronti al cambiamento e sono in grado di autodeterminarsi senza vangeli né corani eretti a Non Statuto. E sono pronti a farlo, sono pronti a scegliere programmi e candidati in piena coscienza ed autonomia riconoscendosi in tutto e per tutto con le proposte semplici e razionali (quando non populiste) che erano all’origine del Movimento 5 Stelle. Ma fuori da questo! Il suo ruolo il Movimento lo ha già svolto ed ha concluso la sua missione. Ha trasmesso la fiducia e la tranquillità che tutto si può fare a patto di volerlo fare. Senza capi, etichette e bandiere. La politica non è un brand commerciale che acquisti sugli scaffali del Blog a colpi di click. La politica è l’arte della condivisione dei limiti dove la concessione di alcune libertà personali ti ritorna amplificata da una libertà comune e sostenibile.
La libertà non è star sopra un albero …