di Franco Raimondo Barbabella
Fausto Cerulli ha scritto un lungo pistolotto contro il COVIP al quale in un primo momento avevo deciso di non rispondere. Alla fine ho deciso invece di farlo, sia per il rispetto che porto a coloro che manifestano un qualche interesse per quello che faccio sul piano pubblico, sia ovviamente per essere presidente del COVIP.
Sinceramente non mi aspettavo da Cerulli giudizi così astiosi e superficiali, ma ero sicuro che, se l’iniziativa del COVIP avesse preso consistenza, come in effetti sta accadendo, ci sarebbero state reazioni. Magari proprio nel classico stile delle élites (sic!) orvietane: disinformato, indifferente ai problemi reali, propenso alla maldicenza e alla lotta faziosa e distruttiva. Non era necessario che della pancia di qualche ambiente cittadino si facesse ottimo interprete proprio Fausto Cerulli, ma così è e ce ne saranno sicuramente buone ragioni.
Del mio operato di sindaco parlano le cose che ho fatto. Di esse credo che Cerulli non sappia nulla: di quel periodo non ricordo un suo interessamento a qualche problema o un suo contributo di idee su qualche argomento, o una sua partecipazione a discussioni e ad iniziative. Perciò non può nemmeno sapere che sono tanto attaccato al potere, facendo, come con sicumera sostiene lui, “il bello e il cattivo tempo” (cavolo che forza!), che ogni volta che non ho condiviso quello che succedeva me ne sono andato.
Vedo che non sa nulla nemmeno del COVIP. Non sarebbe questo certo un peccato se egli non avesse speso tutto quell’impegno per dare giudizi su persone e fatti del tutto inventati. Allora, per correttezza di informazione gli rendo noto (ma avrebbe fatto bella figura lui e non avremmo perso tempo noi se con un minimo di sforzo si fosse informato da solo) che il “famigerato” (perché?) COVIP è formato da otto persone (Barbabella, Cencioni, Freddi, Gnagnarini, Leoni, Manglaviti, Tiberi, Zambelli) e non ne fanno parte altri. Punto. E ci finanziamo da soli; d’altronde non abbiamo bisogno di grandi risorse per le cose che facciamo. Ma poi come ci si può inventare che possiamo essere finanziati da Parretti? Già, non ci pensavo, un comunista di quelli rimasti nella foresta può farlo! Aripunto.
Ma veniamo da ultimo alla politica politicata, espressione che gli piacerà e che indica una roba in cui lui sembra intenzionato a specializzarsi quel che basta, non solo sul piano linguistico. Poche cose però, con ordine. 1. Per ciò che riguarda me. Io non sono un collezionista di sindacature, ma le candidature non le deciderà, spero e credo, Fausto Cerulli. In ogni caso se lui vorrà caricarsi di questo oneroso cimento o se qualcuno lo vorrà di ciò deliziare stia sicuro che per me non sarà una sofferenza. Faccia pure, ma almeno non dica che se il centro sinistra candida me (ciò che evidentemente non sarà, per ragioni del tutto diverse da quelle che dice Cerulli) perde dignità e se candida lui no: e che cavolo, almeno la par condicio! 2. Per ciò che riguarda il COVIP. Per caso gli sta bene la situazione attuale? Affar suo, noi la pensiamo diversamente. Vuole cambiare non cambiando (gattopardismo orvietano), cioè riproponendo ciò che è già sperimentato? Affar suo, noi la pensiamo diversamente.
Insomma, il COVIP fa una battaglia di vero rinnovamento culturale, politico e programmatico. Noi non ce l’abbiamo con nessuno e portiamo rispetto a tutti. Siamo talmente complottardi che mettiamo in piazza analisi, proposte, iniziative, incontri, compreso il dibattito che c’è tra noi. Insomma facciamo politica in positivo e alla luce del sole. Vorremmo che gli altri facessero la stessa cosa. Comunque Cerulli e chi altri la pensasse come lui dormano sonni tranquilli: il COVIP continuerà a lavorare per gli obiettivi per i quali è nato e che sono così semplici e trasparenti che non c’è bisogno di rintorcinarsi la mente per capirli. Perciò non mi resta che augurare anche a Fausto Cerulli un popolarissimo ad majora!