di Nello Riscaldati
Anticipo come clausola di salvaguardia che lo farei solo a condizione di avere la fiducia e la simpatia di tutti i concittadini. Sarà banale ma credo che non si possa fare il Sindaco contro gli uni o gli altri né tantomeno contro la città che si dovrebbe amministrare. A volte è successo ma io non lo farei.
Però, avendone l’intenzione, me la guarderei tutta da solo la nostra cittadina. Andrei per le ripe, i vicoli, le piazzette, guarderei lo stato degli edifici e le porte e i portoni, lo stato dei muri, delle finestre e delle grondaie. Lo stesso farei nelle zone suburbane che costituiscono la città approssimativa.
Il mio programma, fatto questo giro non sarebbe una serie di promesse, né avrebbe punti precisati con date e cifre. Non farei, né farei fare alti voli di fantasia che si sono poi rivelati sempre causa di illusioni e di delusioni. Cominceremmo col provvedere a riparare i guai più grossi e a rimettere ordine dove c’è disordine, macchine comprese.
La città è come una grande casa e quando la casa è in disordine e i soldi sono pochi non ci si può logorare nell’accidia o nell’attesa di qualcuno che dovrebbe preoccuparsi di noi. E allora niente programma per punti, come fossero comandamenti, né cose fuori posto con rigide scadenze che poi non vengono mai rispettate salvo le estreme urgenze. Pertanto in quell’anno si andrebbe avanti con i provvedimenti e le sistemazioni che verrebbero considerate ”vere priorità” rimandando alcuni “grandi eventi” costosi senza i quali si sopravviverebbe, a favore, per esempio, della scuole, degli asili nido, della scuola materna, dell’assistenza agli handicappati, e altro del genere. E questo perché sono tutte delle vere priorità che, se trascurate, non sopravviverebbero. Chiedete in giro.
Una cittadina piccola ma pulita fin dai suoi ingressi.
Ai cittadini verrebbe fatto appello di tenere in ordine gli usci delle loro abitazioni e ti tenere pulita la pubblica via prospiciente casa loro.
C‘è una grande differenza nell’impresssione che dà una maniglia o un pomo opachi per l’ossido e una lustra perché lucidata
E poi un vasetto di fiori sospeso fuori d’ogni uscio sarebbe quella nota di gentilezza e di signorilità che una città come Orvieto merita. E tutto questo senza costare un soldo all’amministrazione.
M’immagino i sorrisi dei “competenti” che stimandomi ormai fuori della capacità di intendere, mi suggeriranno che una città non è una casa delle bambole e che amministrare è cosa seria ed io concordo ma poi mi chiedo se sia stato serio il modo secondo il quale è stata amministrata negli ultimi cinquanta anni? Una città tanto amata e tanto poco curata!
E poi ho descritto solo la copertina della città che vorrei, una copertina che sarà disegnata e curata dagli abitanti, che dovranno impegnarsi in quel senso se vorranno pretendere altrettanto impegno da parte dell’amministrazione. La manna dal cielo non è mai caduta ed è sempre pericoloso aspettare Godot
Questo è il primo di una serie di corsivi che a Dio piacendo vorrei pubblicare per illustrare la mia idea di città. Spero di poterne discutere anche con più concittadini possibile.
La prossima volta parleremo del Centro, delle arti, dei commerci, dei parcheggi e dei servizi igienici.