Mettere a valore il patrimonio immobiliare della Regione Umbria attraverso strategie di gestione, marketing e promozione che, in accordo con gli strumenti di programmazione regionale e sulla base dei risultati finora ottenuti, possano effettivamente concorrere alla ripresa economica ed alla promozione integrata dei territori: è quanto si propone la Convenzione, rinnovata per il triennio 2013-15, tra Regione Umbria e Sviluppumbria che è stata approvata dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore alle risorse patrimoniali, Fabio Paparelli.
“Attraverso la Convenzione – ha spiegato Paparelli – proseguono le azioni di Sviluppumbria per la valorizzazione dei beni di proprietà della Regione, in coerenza con i Programmi triennali di politica patrimoniale regionale e i relativi Piani attuativi annuali previsti dalla Legge regionale 14/1997. Tra i compiti di Sviluppumbria la prosecuzione del lavoro di catalogazione e classificazione del patrimonio regionale con modalità che consentano l’individuazione delle migliori opportunità di valorizzazione e appetibilità e la prosecuzione di operazioni già avviate in precedenza, volte alla vendita di aziende agrarie di proprietà regionale, di immobili ex Anas ed FCU non più utilizzati e di fabbricati rurali o terreni marginali. A ciò si affianca l’attività che Sviluppumbria è chiamata a compiere relativamente a progetti di sviluppo e valorizzazione dei beni attraverso azioni di marketing e la definizione di progetti che possono prevedere nuove destinazioni d’uso, per rendere il patrimonio più rispondente alle richieste del mercato. Ciò affinché l’operazione di valorizzazione si trasformi in un volano di sviluppo economico, culturale e sociale e inneschi un processo integrato e virtuoso per nuovi investimenti. Il patrimonio immobiliare regionale considerato in questa ottica – ha proseguito Paparelli – rappresenta una risorsa a supporto di tutta una serie di attività, ed allo stesso tempo coglie migliori opportunità di valorizzazione. I beni della Regione Umbria, al 31 dicembre 2012, sono stimati in quasi 399 milioni di euro – ha ricordato l’assessore, di cui circa 292 milioni in immobili, per lo più rurali, e la restante quota in terreni. I beni di pregio disponibili sono costituiti da pochi compendi immobiliari”.