di Leonardo Brugiotti
Purtroppo la conferma è arrivata…nonostante il grande sbandieramento di grafici, di dati statistici e di proiezioni…nonostante l’illimitato uso di personal computer, di Ipad e iPhone (perennemente messi in mostra nei consigli comunali dall’assessore preposto), la realtà è quella che vediamo e che il report finale della Regione ci consegna…Orvieto è sporca e la differenziata così come organizzata, oltre ad essere eccessivamente costosa, oltre a produrre perdita per il nostro comune… E’ FALLITA…ed ora, in arrivo dell’Estate e del caldo cosa faremo?…cosa faranno i ristoratori che la Domenica non hanno il servizio di raccolta e non hanno un luogo dove stoccare momentaneamente i rifiuti della loro attività?…Ci potrebbe consolare il fatto di essere ultimi in buona compagnia di Assisi se, non fosse per un particolare non da poco…ad Assisi arrivano migliaia di turisti al giorno per tutto l’anno, perché lì il turismo funziona…da noi quanti ne arrivano giornalmente?…pertanto se Assisi è in difficoltà per l’enorme numero di presenze, perché noi siamo in difficoltà pur non avendo così tante presenze?
Nell’articolo riportato dal quotidiano online “vivere Assisi”, si legge quanto segue:
…Il comune di Assisi fa – più o meno – la stessa quantità di raccolta differenziata del comune di Napoli: Assisi il 20%, Napoli il 18%. La notizia che il Consorzio recupero vetro dia al Comune un premio, non migliora di certo la nostra opinione.
Raccolta differenziata a guardar bene ci si accorge che la grandissima parte di raccolta differenziata riguarda il vetro. Ma questo significa che non si recuperano gli altri materiali: plastica, carta, lattine, organico, etc.
Il buon risultato nel recupero del vetro è dovuto al fatto che ogni ristorante ha un cassonetto in cui gettare le bottiglie.
Ormai anche in Umbria si fa raccolta differenziata porta a porta ovunque. Solo ad Assisi siamo a livelli minimi: la si fa in alcune frazioni, ma non nel centro storico. Invece è proprio dal centro che si doveva partire, per togliere i cassonetti che hanno un impatto devastante in molti angoli di grande pregio artistico.
Ed è una grande desolazione vedere che la patria di San Francesco, la patria dell’ecologia anziché essere in testa alle graduatorie sia retrocessa ai livelli della non certo esemplare Napoli…
C’è però da dire che la toponomastica di Assisi è assai più difficoltosa della nostra; strade e vicoli scoscesi e più stretti dei nostri, costante presenza di turisti, perché non dobbiamo dimenticare che il centro storico di Assisi è COMPLETAMENTE PEDONALIZZATO, al contrario del nostro che attualmente si presenta in forma che potremmo definire” ibrida”.
La scelta che si sarebbe dovuta fare, e per la quale lungamente discussi con l’assessore preposto, sarebbe stata di organizzare una raccolta porta a porta nella periferia, e creare isole ecologiche a “scomparsa” nel centro storico.
Con tale sistema si sarebbero raggiunti i seguenti obbiettivi:
MIGLIORARE l’AMBIENTE, recuperare l’ambiente cittadino liberandolo da tutti i contenitori fuori terra.
MIGLIORARE L’ASPETTO IGIENICO-AMBIENTALE, l’impatto tra il cittadino e il sistema di raccolta deve essere molto più accettabile, più pulito, meno soggetto ad odori sgradevoli.
RISPARMIARE NELLA RACCOLTA , razionalizzare il servizio di raccolta, abbassandone i costi.
APPLICARE LA TARIFFA, adeguare alle nuove leggi e disposizioni che tendono a far pagare all’utente per quello che effettivamente conferisce (tariffazione).
Si sarebbe arrivati al semplice concetto di “ Igiene in strada ma anche igiene in casa “, poiché nel centro storico poche persone hanno un luogo dove poter appoggiare i sacchetti di rifiuti.
Si sarebbe lasciata la libertà al cittadino di poter conferire quando vuole e nella quantità desiderata senza costi aggiuntivi. In pratica eliminando il problema di esporre in un luogo definito ed in ore prestabilite il sacco dei rifiuti. Non sarebbe stato obbligato a tenere in casa rifiuti maleodoranti ed igienicamente pericolosi, poiché nel centro storico poche persone hanno un luogo dove poter appoggiare i sacchetti di rifiuti.
In questo modo, soprattutto, si sarebbe restituita alla città la dignità ambientale che il cittadino richiede e che via via è andata perdendosi, lasciando il nostro centro in balia dei rifiuti e degli orari (alquanto singolari) degli operatori alla raccolta.
Forse i miei grafici non erano altrettanto belli di quelli dell’assessore preposto…in effetti non erano così colorati, erano solamente schizzi fatti sulla ortofotocarta di Orvieto dove, ingenuamente pensavo, si sarebbe compresa meglio la toponomastica della nostra città.