di Cristina Calcagni
Finalmente qualcosa si muove a supporto delle eccellenze artigianali per troppo tempo trascurate, che hanno spinto, vinte dalla crisi economica, alcune piccole imprese alla chiusura.
Ricominciamo a parlare di Brand e di Made in Italy, nello specifico di Made in Umbria. La nostra Regione vanta un know how non banale in termini di “lavorazione della ceramica”, e non solo. In particolare il nostro Comune. Ancora oggi, orvietani fieri della loro città, lasciano in eredità con slancio generoso, oggetti di particolare pregio come quelli rendicontati in sede di Consiglio Comunale del 3 giugno u.s. appartenuti alla sig.ra Prencipe e che andranno ad incrementare il patrimonio artistico culturale di Orvieto.
La speranza è che non finiscano anch’esse all’interno di scatole.
Ora dopo i vari articoli, polemici, di qualche tempo addietro sulle ceramiche Perali e Curti, a cui oggi si aggiungono i sei pezzi della Sig.ra Prencipe, credo che sia giunto il momento di occuparsi, in modo costruttivo e partecipato dei lasciti/acquisti, della loro esposizione, della formazione al fine di non perdere anche questa opportunità per far conoscere al mondo intero, non solo Orvieto, ma le professionalità esistenti valorizzandone le competenze.