“In Umbria sono 185 le aree esposte a rischio di frana elevato o molto elevato e 63 aree a rischio medio, la cui disciplina è demandata alla Regione. I dati disponibili fanno rilevare, in sintesi, che l’8,7% del territorio collinare-montano è in frana, un valore in linea con la media nazionale (8,9%), con una superficie totale instabile pari a 651 Km2 ed un numero molto elevato di singoli eventi (34.545) per la maggior parte quiescenti (73%) e riferibili a frane a cinematica lenta (88%)”. E’ questa la fotografia umbra del rischio frane illustrata questa mattina, venerdì 28 giugno, a Perugia, dall’assessore regionale ai lavori pubblici Stefano Vinti, nel corso del convegno “Le frane in Umbria, scenari di pericolosità: dalla conoscenza alla mitigazione”, organizzato dalla Regione dell’Umbria e dall’Ordine dei Geologi. “Gli interventi su questo versante sono assolutamente indispensabili e quindi da un lato c’è la necessità di avere a disposizione le risorse necessarie e dall’altro occorre che gli interventi finanziari per la messa in sicurezza del territorio siano tenuti fuori dai vincoli del patto di stabilità che ingessano regione ed enti locali. Per fronteggiare questo rischio, ha affermato l’assessore, la Regione ha speso oltre 550 milioni di euro, in oltre 400 interventi realizzati con 82 aree a rischio messe in sicurezza, almeno parzialmente, a fronte delle 185 totali in Umbria. Volendo fare una proiezione a medio-lungo termine della spesa ancora necessaria per mettere in sicurezza tutte le aree ancora a rischio in Umbria, questa si aggira intorno ai 180 milioni di euro. “Nello scorso mese, ha proseguito l’assessore Vinti, abbiamo approvato in Giunta regionale un documento che illustra l’impegno sostenuto dalla Regione per consolidare, almeno in parte, il proprio territorio: qui si evidenzia come la Regione sia già notevolmente intervenuta in termini di consolidamento, soprattutto tenendo conto che negli ultimi anni ha dovuto fronteggiare numerosi stati di emergenza meteorologica che hanno destabilizzato interi territori. Oggi, in relazione alla coesistenza di numerose banche dati sulla pericolosità da frana, aggiornate e complementari, è necessario fornire agli utenti precisi indirizzi per un corretto utilizzo dei dati nella pianificazione territoriale. Questo è l’obiettivo della recente delibera regionale, con la quale abbiamo approvato i documenti di riferimento per la pericolosità da frana, che saranno aggiornati ogni anno e saranno diffusi informando sui rispettivi contenuti e sulle modalità di consultazione. Questi documenti, e soprattutto l’inventario IFFI (Inventario Fenomeni Franosi), dovrà essere obbligatoriamente considerato dagli enti locali per la nuova pianificazione urbanistica”.
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