1045 morti ed oltre 55mila feriti per un costo sociale di oltre 5 miliardi e mezzo di euro dal 2001 al 2011, con una percentuale di mortalità negli ultimi cinque anni sette volte più elevato di quella dei morti sul lavoro e quasi nove volte superiore, nel2010, aquella derivante da violenza criminale. Sono questi i numeri impressionanti che scaturiscono dalla rilevazione Istat sull’incidentalità stradale in Umbria, analizzati e studiato per conto della Regione dalla Società Rst di Roma che ha redatto anche il Piano nazionale della sicurezza stradale. L’indagine è stata presentata ieri mattina, martedì 4 dicembre, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nella Sala Fiume di Palazzo Donini a Perugia.
“Lo stato e l’evoluzione della sicurezza stradale dell’Umbria, negli ultimi dieci anni, ha commentato l’assessore regionale alla sicurezza stradale Stefano Vinti, è caratterizzato da molti fattori positivi e da alcuni fattori negativi particolarmente rilevanti. Tra il 2001 e il 2011, per quanto riguarda il miglioramento complessivo della sicurezza stradale (riduzione dei tassi di mortalità e di ferimento e del costo sociale procapite) l’Umbria si colloca tra le 5 migliori regioni italiane con una percentuale di riduzione del 42 per cento. Se centriamo l’attenzione sui tassi di mortalità (morti per 100.000 abitanti) l’Umbria invece marca una riduzione del 52,2 per cento. Stando a questi dati, sia pure con un anno di ritardo, l’Umbria ha raggiunto e superato l’obiettivo indicato dalla Commissione europea. Nonostante gli importanti miglioramenti di sicurezza stradale conseguiti tra il 2001 e il 2011, lo stato di fatto è ancora assolutamente poco soddisfacente”.