“L’istruzione, la formazione e l’apprendimento permanente giocano un ruolo chiave per raggiungere gli obiettivi imposti dalla ‘strategia Europa2020’”: lo ha affermato ieri la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenendo al convegno dal titolo “Il futuro dell’istruzione tecnica in Umbria”, al quale ha partecipato il sottosegretario del Ministero dell’Istruzione, Elena Ugolini, la vicepresidente con delega all’Istruzione Carla Casciari, l’assessore regionale all’Economia, Vincenzo Riommi.
La presidente Marini che è intervenuta dopo il saluto del sindaco di Todi, Carlo Rossini, ha ricordato che la strategia europea si basa sul raggiungimento di obiettivi prioritari strettamente interconnessi che si rafforzano a vicenda, imperniati su una crescita intelligente, attraverso lo sviluppo di un’economia basata sulla conoscenza e sull’innovazione, sulla sostenibilità, attraverso la promozione di un’economia a basse emissioni inquinanti, inclusiva, attraverso la promozione di un’economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale”.
Tra i traguardi principali da raggiungere a livello di UE e che gli Stati membri dovranno tradurre in obiettivi nazionali la presidente Marini ha evidenziato che ”il 75 per cento delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni dovrà avere un lavoro, che bisogna innalzare al 3 per cento del PIL i livelli di investimento pubblico e privato nella ricerca e lo sviluppo, il tasso di abbandono scolastico dovrà essere inferiore al 10 per cento e almeno il 40 per cento dei giovani dovrà avere una laurea o un diploma”.
“In questo contesto quindi, la programmazione integrata tra istituzioni, mondo del lavoro e imprese, gioca un ruolo importante per garantire certezza di sviluppo al mondo dell’istruzione e della formazione e soddisfare una richiesta di lavoro che al 2020 andrà verso livelli di istruzione, formazione e competenze, sempre più elevati in tutti i tipi di lavoro, anche in quelli più elementari”.
Restando in Italia, la presidente Marini ha evidenziato che “le proiezioni al 2020 indicano che il nostro sarà il Paese con il peso più alto di lavoratori con bassi livelli di qualificazione -37,1 per cento contro la media UE del 19,5 per cento -, e avrà una carenza fortissima di forze lavoro altamente qualificate – 17,5 per cento contro il 32 per cento dell’UE”.