Accogliamo con grande soddisfazione la notizia della mobilitazione promossa dal Comune di Orvieto, che vedrà 40 sindaci dell’Umbria e della Toscana recarsi a Roma il prossimo primo luglio per chiedere con forza il ripristino di collegamenti ferroviari veloci, frequenti e affidabili lungo la linea Roma-Firenze.
Si tratta di un’iniziativa fondamentale, che dimostra come sia possibile fare rete tra amministrazioni locali, superando i confini comunali e regionali, per affrontare una delle sfide più urgenti del nostro tempo: garantire a tutti i cittadini il diritto alla mobilità e contrastare l’isolamento infrastrutturale che oggi penalizza pesantemente vaste aree dell’Italia centrale.
La battaglia per i trasporti ferroviari è una battaglia per il futuro dei nostri territori. Non si può continuare a parlare di spopolamento, di invecchiamento dei territori, di fuga dei giovani, se non si interviene con decisione su uno dei nodi fondamentali: la qualità del servizio ferroviario.
In particolare, denunciamo ancora una volta lo spostamento a partire da dicembre di tutti i treni Intercity e Regionali sulla linea lenta, con tempi di percorrenza sempre più insostenibili per studenti, lavoratori e pendolari. Una scelta inaccettabile, tanto più se si considera che la linea ad Alta Velocità su cui oggi viaggiano quei treni è stata realizzata con soldi pubblici e dovrebbe quindi garantire benefici a tutta la collettività, non soltanto ai passeggeri dell’AV.
L’incontro pubblico del 17 maggio scorso, promosso dal Comitato Pendolari Roma-Firenze insieme alle associazioni NOVA, Abitare Orvieto, COSP, CTS e PrometeOrvieto, ha già segnato un primo importante passo, portando alla stesura condivisa di un “Patto per il Territorio” oggi sottoscritto da oltre 30 Comuni.
La mobilitazione annunciata rappresenta la naturale prosecuzione di quel percorso. Chiediamo con forza che le Regioni e il Ministero dei Trasporti ascoltino la voce dei territori, avviando un confronto serio e operativo per ripensare la mobilità su ferro lungo l’asse Roma-Firenze.
Costruire un futuro per l’Italia delle aree interne significa partire anche dalle infrastrutture. E per farlo, serve esattamente ciò che sta accadendo: unità, determinazione e una visione condivisa. E’ sufficiente? No, ma è soltanto quando i territori si uniscono che qualcosa può davvero cambiare. Bene così.
Associazione Nova