Opinione NON richiesta!
Era il 2007, non ero più Sindaco, ma Gerusalemme e Betlemme erano oramai nel cuore mio e di Stefania.
Fregandocene di quelli che avevano già strappato il mio biglietto da visita e di quelli che avevano cancellato il mio numero di telefono, abbiamo continuato a frequentare quella terra così cara e così “Santa”.
E poi avevamo un fratello, un frate francescano con il quale avevamo fatto cose importanti, incancellabili e incredibili. Io finii il mio periodo da Sindaco e Lui quello di Vice parroco di Betlemme. Una cosa curiosa!
A entrambi ci avevano messo lo stesso soprannome: “il Faraone”. Lui era (è) vero, io un pò meno.
Dal 1995, da quando era arrivato a Betlemme, la città era cambiata in meglio. Un cambiamento
epocale. Eravamo al Notre Dame, l’albergo dei Legionari di Cristo, e mi chiama Don Franco che mi voleva parlare insieme a Sara Faustinelli del VIS, Ong (organizzazione non governativa) dei salesiani. Io andavo da loro e li provocavo: “avete una cantina antichissima, perché non fate anche un po’ di
vino buono?” Don Franco, asciutto come non gli veniva il vino di Cremisan, mi domanda: “Lei cosa farebbe?”
Io gli detti la risposta più banale possibile: “farei un progetto, coinvolgendo qualcuno che ci capisce davvero. Io posso creare i collegamenti e……gustare il nuovo prodotto”.
Affare fatto! Quel giorno partí una delle operazioni più brillanti e gratificanti del nostro
volontariato in Terra Santa. Tornai in Italia e andando al Consiglio di Amministrazione della Monrubio del quale facevo parte, prima che mi succedesse mio figlio Fabio, e ne parlai a Riccardo.
Lui era inizialmente perplesso per la difficoltà “politica” di quell’area del mondo! Ma successero delle cose, autenticamente miracolose” che lo portarono a visitare la cantina. Lo racconto in diversi pezzi che si trovano su Youtube, sarebbe troppo lungo raccontarlo qui. Ci furono due protagonisti casuali che “il Mistero” aveva messo sulla nostra strada, Beatrice Di Marco della Winebow e Don Gianni Caputa, vice Rettore dell’Università Salesiana di Ratisbonne a Gerusalemme.
Ma tra le cose non scritte e non dette ci sono decine di viaggi, fatti a spese nostre, con i collaboratori di Riccardo. Viaggi con potenziali donatori che poi hanno effettivamente “donato” soldi oppure prodotti e attrezzature. Un frantoio per l’olio e un affetto indefinibile tra noi, quei ragazzi che sono venuti a fare diversi stages alla Falesco e in altre cantine del circuito Cotarella.
I volontari che hanno lavorato a Cremisan hanno tutti trovato lavoro, aiutati, direttamente o indirettamente da quella esperienza e dai suoi protagonisti. Non entro nel merito delle cose che ho visto, ascoltato e letto in questi giorni. Dico solo che a me non piacciono le “aggressioni”. Io non amo il “tutti contro uno”. Facile, banale e adrenalinico per chi ama le trasmissione “morbose” e per chi gode di vedere uno sbocco alla propria invidia.
Conosco Renzo e Riccardo da quando eravamo piccoli. Li ho visti crescere come altri non hanno saputo o potuto fare. Sono anche partiti da “meno uno” per la perdita del padre in giovane età.
Non hanno neanche bisogno del mio aiuto, sanno difendersi benissimo da soli. Si può discutere sul modo di fare beneficienza “aiutare gli altri, i più deboli” in modo clamoroso è pericolosissimo!
Su tante cose che ho visto io e che non elencherò mai, sono stati impeccabili. Io cito solo fatti che conosco. Per il bla, bla e il sentito dire sui social vale quello che disse Umberto eco su questo argomento. Pensiamo alla salute dell’economia del nostro territorio e …….”non facciamoci del male”.
Stefano Cimicchi