Note di Gastrofia
di Angelo Spanetta
Elogio alla pentola
Senza la pentola, quanto sarebbe andata lontano l’agricoltura?
Forse non molto, perché per poter essere mangiate, molte delle piante più importanti domesticate dagli esseri umani-soprattutto legumi e cereali-richiedono la bollitura( o perlomeno l’ammollo in acqua).
La pentola è una sorta di secondo stomaco umano, un organo esterno di digestione che ci permette di consumare vegetali altrimenti non commestibili o che comunque richiederebbero una complessa lavorazione. Questi stomaci ausiliari, ricavati dall’argilla o da altri materiali, hanno consentito agli esseri umani di sostenersi con una dieta imperniata su una provvista di semi secchi. Un’abitudine che a sua volta ha portato al sorgere della civiltà. La cottura del cibo in pentola ha contribuito anche all’espansione della popolazione umana, permettendo sia di svezzare prima i bambini ( e quindi promuovere la fecondità femminile), sia di prolungare la durata della vita, giacché sia i bambini piccoli che gli individui vecchi si sono potuti alimentare senza bisogno dei denti con cibi teneri e zuppe che uscivano dalle pentole, dette anche bocche esterne.
Secondo lo storico inglese Felipe Fernandez-Armesto, l’invenzione della casseruola è stata l’ultima innovazione nella storia della cucina, fino all’avvento nella nostra epoca del forno a microonde.
Alex Revelli Sorini-Susanna Cutini-Gianluca Tripodi
Codice di educazione alimentare– Ali&no EDITRICE
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Coniglio stufato con capperi,acciughe e aceto (coniglio nel coccio)
Ingredienti:
1 Coniglio di circa 1Kg e ½
Olio EVO q.b.
Sale
Peperoncino
2/3 Spicchi di aglio
3/4 Filetti di Acciughe sotto sale o sottolio
Rosmarino
Salvia
Capperi q.b.
1 bicchiere di vino bianco secco
Aceto di vino buono q.b
Lavare e asciugare bene il coniglio e poi tagliarlo a pezzi non troppo grandi. Porlo in una padella antiaderente senza alcun condimento. Lasciarlo al fuoco qualche minuto fin quando non avrà prodotto la sua acqua. A questo punto scolarlo bene e porlo in una ciotola-
Prendere un tegame di terracotta e mettere all’interno l’olio,il rosmarino e la salvia, il peperoncino, una pizzicata di capperi a piacere e 3/4 filetti di acciughe.
Quando tutti gli ingredienti cominceranno a amalgamare i loro sapori introdurre i pezzi di coniglio,
avendo cura che siano ben a contatto con il fondo del tegame.
Quando i pezzi di coniglio saranno ben rosolati su tutti i lati aggiungere il bicchiere di vino bianco che lasceremo evaporare e sfumare. All’occorrenza sfumare con altro vino mescolato con un pochino di acqua tiepida. A cottura ultimata, pochi secondi prima di toglierlo dal fuoco, sfumare con una spruzzata di buon aceto. Servire ben caldo all’interno del tegame di coccio dove è stato cotto.
Nell’augurarvi un buon appetito permettetemi di concludere con un aforisma di Paola Maugeri:
“Le ricette di cucina sono un bene universale estremamente democratico, un tesoro che appartiene a tutti e che come le sette note può essere combinato in migliaia e migliaia di modi e diventare personale, a volte unico”