Il Circolo del Partito Democratico di Ficulle nell’80esimo anniversario del loro assassinio, avvenuto a San Casciano dei Bagni da parte dei nazifascisti, ricorda i partigiani ficullesi Azelio Maschi (19 anni) e Agostino Donarelli (19 anni), che militavano nella Brigata Partigiana SIMAR Raggruppamento Monti Soratte e Cetona.
Il versante di San Casciano Bagni fu quello che subì all’inizio il maggiore urto perchè investito prima dalle squadre fasciste e della X^ MAS e successivamente dei reparti tedeschi i quali, nella fase di ripiegamento, intendevano attestarsi nel bastione naturale costituito dalla montaqna di Cetona dalla cui sommità si domina agevolmente tutta la Val di Paglia fino a Terni ed oltre Orvieto e verso nord tutta la Vai di Chiana fino al Trasimeno, come indicato nell’ormai nota linea di difesa “Albert – Frieda”
Un primo scontro con vari reparti ebbe luogo il 28 maggio nella zona “Le Ripe” in cui si trovarono impegnati in fasi alterne due nostri distaccamenti e si concluse con nulla di fatto restando i due distaccamenti saldamente attestati sulle proprie postazioni. Analogo scontro si ripetè il 1° giugno in cui, oltre i reparti della X^ MAS si erano affiancati reparti della Wehrmacht tedesca, ma anche questa volta I’azione conseguì il successo di respingere l’attacco e mantenere la propria postazione.
Frattanto le truppe tedesche nell’abbandonare la zona avevano lasciato in vista cartelli segnaletici per le truppe di transito con la scritta “Actung Banditen”… La battaglia di San Casciano riprendeva il 6 giugno con I’arrivo di tre autocarri di militi fascisti, forti ora dell’appoggio delle truppe tedesche che transitavano e sostavano alle pendici della montagna…
Il 22 giugno giunsero però due compagnie di SS tedesche che, schierate su tutta la zona da San Casciano alle Piazze, dopo ripetuti tentativi, costringevano i tre distaccamenti partigiani a ripiegare in posizioni più elevate della montagna e quindi più facili alla difesa. Durante lo svolgersi di questi scontri vennero catturati dai tedeschi il nostro sergente Agostino Donarelli di Ficulle ed il suo compagno giovanissimo Azelio Maschi, non più ritrovati…
I tedeschi s’erano schierati sul ciglio della strada, come in piazza d’armi: mirarono con calma, molta calma, come prescriveva il regolamento. Poi falciarono. Agostino fu il primo: era rimasto dietro tre o quattro metri: Rotolò in terra senza che i compagni se ne accorgessero. La corsa disperata continuava: Primo vedeva distintamente le pallottole che si confìccavano nel terreno: sentì una frustata alla tempia, ma proseguì; erano al fosso, fuori tiro, quasi. Azelio si fermò di colpo: “via” disse Primo “hanno trovato il viottolo e scendono”.
Ma Azelio s’era voltato: “Agostino, dov’è Agostino?” Primo lo prese pel braccio e cercò di trascinarlo. Azelio si scrollò e chiamò forte: “Agostino? Agostino?”. I tedeschi scendevano di corsa per il declivio. Azelio si liberò con uno strattone, e corse affannosamente verso il suo amico. “T’ammazzano!” urlò Primo, e saltato il fosso, si buttò nella macchia verso la salvezza. Sentì lontano una scarica che gli attanagliò i1 cuore. Corse per mezz’ora, un’ora, poi si lasciò cadere nel folto di una spinaia, e rimase disteso immobile, col petto squassato da un singulto senza conforto”.
Dal libro “Movimento di Liberazione nell’Italia Centrale. Raggruppamento Monti Soratte e Cetona Brigata Simar – Riduzione tratta dal testo: Battaglia di San Casciano – (morte di Donarelli e Maschi).
La poesia dedicata dal compagno partigiano Primo Bernardini:
Tu sorridevi mite
in mezzo a noi
e non sapevi che eri un partigiano
mentre guardavi con stupore
intento
assieme al vecchio amico
compaesano
le nostre barbe, i mitra
la breda accovacciatacome un bambino trasognato
per le trombette, i colori
e le voci del mercato.
Avevi dentro gli occhi
la paura delle attese crudeli
sulla strada
del rombo di un motore, di un grido
del ×schio del merlo che sfrascava:
avevi nelle occhiate tue sgomente
quella paura della fame antica
della tua gente.
Avevi sedici anni e non sapevi
che eri figlio di gente arcitradita
ma mite il tuo sorriso
già diceva che credevi nei colori
nei giorni della vita.
E in un mattino grigio di sgomento
corresti incontro ai nazi maledetti
che ammazzavano il tuo amico sulla strada
e con un grido rimanesti lì
Cristo inchiodato senza Madonna e Santi
per un debito eterno… mai pagato.
Circolo Comunale di Ficulle del Partito Democratico