La decisione di non potenziare il reparto di cardiologia dell’ospedale di Orvieto attraverso la creazione di un ambulatorio di emodinamica è un fatto molto grave, ma anche un esempio molto evidente di come i politici della nostra città siano subordinati agli interessi dei loro referenti perugini e non dei cittadini orvietani. Roberta Palazzetti, candidata sindaco per la lista Proposta Civica, contesta duramente il passo indietro che Regione e Comune hanno fatto rispetto al potenziamento della cardiologia orvietana.
Siamo di fronte ad un episodio sconcertante e inaccettabile. L’Assemblea Regionale aveva approvato nel 2020 l’attivazione del servizio di emodinamica all’ospedale di Orvieto, il Consiglio comunale lo ha poi approvato, con un inspiegabile ritardo, solo nel 2023. Ma a quel punto la Regione torna sui suoi passi e afferma che l’emodinamica non si farà. La Sindaca Tardani diligentemente si allinea al diktat della Presidente Tesei. Noi no.
L’attivazione del servizio di emodinamica rappresenta la vera soluzione per le emergenze cardiologiche, diversamente dall’elisoccorso. Si tratta di un completamento del reparto di cardiologia che può rivelarsi essenziale a salvare la vita ai pazienti colpiti da infarto.
Un accurato studio, redatto dal primario di cardiologia Andrea Mazza, spiega chiaramente come l’introduzione dell’emodinamica costituisca un passaggio fondamentale per qualificare il nostro ospedale. Lo stesso primario smentisce anche l’argomentazione secondo la quale l’ospedale di Orvieto non avrebbe un bacino di utenza sufficiente a sostenere il nuovo servizio, dal momento che l’emodinamica sarebbe a servizio di un territorio interregionale pari a circa 120.000 persone. Ovvero poco meno del bacino che corrisponde all’ospedale di Foligno.
Si tratta di argomentazioni molto valide, tanto che tutti i politici di destra e di sinistra le avevano condivise senza esitazione prima che la Regione decidesse di penalizzare Orvieto, depotenziando in modo grave le possibilita’ concreta di gestire l’emergenza per le patologie cardiache.
A questo punto chiediamoci: tra i politici locali, allineati con i rispettivi referenti regionali, e il nostro eccellente primario del reparto di cardiologia, a chi vogliamo dare credito?! Già nel 2020 era stata affrontata e risolta l’obiezione principale, quella per cui ad Orvieto non ci sarebbe il numero minimo di interventi indicati dalle linee guida; le stesse linee guide infatti derogano a quel principio nel caso in cui tra l’inizio dell’infarto ed il successivo ricovero in ospedale trascorra un tempo superiore ai sessanta minuti. E’ il caso di Orvieto che è a 76 chilometri da Terni e a 77 chilometri da Perugia. Questa questione era stata affrontata e risolta. Perchè ora è stato messo di nuovo tutto in discussione? Chi difende Orvieto?
Quanto all’elisoccorso, e’ evidente che presenta forti limitazioni: bisogna innanzitutto che sia disponibile e non sia impegnato in un altro soccorso, inoltre ci sono problematiche legate al volo notturno, infine bisogna sperare che non ci siano condizioni metereologiche avverse e che l’intevento sia davvero tempestivo, considerando tutte le manovre necessarie per l’atterraggio e la ripartenza.
Noi l’emodinamica la realizzeremo, mettendo in campo tutte le risorse e le energie di cui disponiamo perché ciò avvenga!