Il 19 gennaio 2024 alle 17:30 presso la Sala Digipass del Centro Studi Città di Orvieto, il dott. Andrea Maori terrà una conferenza intitolata “15 agosto 1977, La valigia di Kappler. Cronaca di una fuga annunciata” presso la Nuova Biblioteca Pubblica Luigi Fumi in Piazza Febei 1.
Durante la conferenza, Maori esaminerà la fuga rocambolesca di Herbert Kappler, tenente colonnello delle SS condannato per l’Eccidio delle Fosse Ardeatine. Kappler, precedentemente detenuto per crimini di guerra, fuggì nel 1977 durante un trasferimento per motivi di salute. La sua evasione causò scalpore sia per le circostanze misteriose che per la reazione positiva in Germania.
Herbert Kappler, tenente colonnello delle SS, in più processi dal 1948 al 1952, era stato giudicato colpevole dell’Eccidio delle Fosse Ardeatine, compiuto per rappresaglia all’attentato partigiano di Via Rasella: ma solo in quanto aveva ecceduto di 15 unità al numero massimo di 320 ostaggi da fucilare, come previsto dal diritto internazionale bellico anche perché per lui vi erano degli ordini superiori precisi. Agli occhi dell’opinione pubblica la condanna di Kappler divenne il simbolo del riscatto dell’Italia liberata dai nazisti, in grado di fare giustizia per un crimine efferato.
Durante il periodo della sua detenzione a Gaeta, carcere militare, i giornali, le associazioni partigiane e dei deportati si occuparono occasionalmente del suo caso: ma la situazione cambiò con l’atto di clemenza del 1976 quando Kappler, per motivi di salute (tumore intestinale), fu trasferito all’ospedale militare del Celio a Roma. Mutò anche lo status giuridico del criminale tedesco: da detenuto in quanto criminale di guerra a prigioniero di guerra in libertà vigilata. Questo influì anche sulle operazioni di sorveglianza, effettuate dai carabinieri, che si dimostrarono per nulla severe.
Sta di fatto che, nelle primissime ore del mattino del giorno di Ferragosto del 1977, Kappler fuggì in modo rocambolesco. E, per far credere che non c’era stato alcun aiuto esterno, la moglie Anneliese dichiarò che aveva fatto tutto da sola, mettendolo in una valigia che aveva trasportato per l’ospedale fino alla sua automobile. Alle prime ore del mattino, era già in Germania. Oltre allo smacco dell’evasione, scandalizzò l’opinione pubblica la gioia che destò in Germania: là si disse che Kappler era solo un preteso criminale di guerra, e che gli italiani si dovevano occupare solo dei propri criminali fascisti.
Ma in Italia l’esecuzione dei 335 cittadini trucidati il 24 marzo 1944 alle Fosse Ardeatine non è mai stata perdonata: è uno dei crimini più efferati compiuti durante l’occupazione tedesca. La clamorosa fuga di Kappler dal Celio fu narrata in modo acritico dai giornali dell’epoca. I documenti sulla fuga, fatti circolare intenzionalmente, mostrano invece una trama di depistaggi per coprire una verità scomoda. Andrea Maori ricostruirà i fatti, esaminando le relazioni italo-tedesche attraverso documenti e notizie dell’epoca. L’evento sarà un’occasione per comprendere meglio il “caso Kappler”, una pagina oscura della storia repubblicana italiana.