di Mirabilia Orvieto
Via libera dell’Aula della Camera al ddl per la valorizzazione, la promozione e la tutela del Made in Italy. I voti a favore sono 133, i contrari 103 e 3 astenuti. Il provvedimento passerà ora all’esame del Senato: “Il ddl Made in Italy è un provvedimento cardine nella politica industriale del nostro Paese, strategico per tutelare e valorizzare il nostro marchio nel mondo, con il ‘Fondo sovrano’ e il Liceo del Made in Italy che entreranno subito in funzione. Ringrazio i deputati per il confronto costruttivo e il viceministro Valentino Valentini che si è prodigato per la sua rapida approvazione”.
Così il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. “Una vera e propria svolta per il tessuto industriale nazionale, grazie a un complesso di norme organiche che intervengono su diversi settori produttivi per stimolare la crescita delle filiere strategiche nazionali, contrastare la contraffazione e formare le competenze in vista delle sfide globali che attendono il nostro Paese. Avanti su questa strada”, ha concluso Urso.
L’obiettivo del governo Meloni è quello di chiudere il provvedimento entro il mese di dicembre per salvare i 700 milioni di copertura sul 2023 del Fondo nazionale del made in Italy, battezzato dalla maggioranza come Fondo sovrano italiano. Ai 700 milioni, che arrivano da residui del Patrimonio destinato della Cdp (Cassa depositi e prestiti), si aggiungono i 300 milioni previsti per il 2024 e un ulteriore miliardo di euro che dovrà arrivare da privati e investitori istituzionali. In particolare, il Fondo sarà “autorizzato a investire direttamente o indirettamente” nel capitale di società per azioni, “anche con azioni quotate in mercati regolamentati, comprese quelle costituite in forma cooperativa” a condizione che abbiano sede legale in Italia e non operino nel
settore bancario, finanziario o assicurativo.
Insomma una vera e propria boccata di ossigeno per progetti e imprese che lavorano nell’accoglienza turistica e nello straordinario patrimonio artistico italiano, ancora molto in ritardo rispetto allo sviluppo europeo. Nelle risorse economiche a disposizione ci sono una serie di micro-fondi specifici in cui figurano, tra le altre cose, 30 milioni per progetti di tracciabilità basati sulla blockchain; 10 milioniper l’organizzazione delle fiere; 10milioni per i mercati rionali; 15 milioni per le imprese femminili; 9milioni per i voucher alle imprese che investono sulla proprietà industriale; 25 milioni per la filiera legno-arredo e 5 milioni per applicazioni tecnologiche nel campo del metaverso. E la città di Orvieto? Cosa aspetta a cogliere questa grande occasione?