Tra le recenti pubblicazioni di Intermedia Edizioni spicca un testo di carattere poetico realizzato dalla studiosa di cinema e media alessandrina Barbara Rossi, la quale ha deciso di realizzare una raccolta di poesie in cui i sentimenti umani, nonostante la complessità del vivere (specie nell’attuale momento storico), trionfano sempre come un romantico cavaliere che pervicacemente combatte contro la cupezza e la tristezza del quotidiano. “Paesaggi del tempo”, un titolo che sottolinea il concetto di scorrimento cronologico già presente in altre opere di carattere saggistico di Rossi (“Recitare il tempo – Le voci della Heimat di Edgar Reitz”, “Edgar Reitz uno sguardo fatto di tempo”), è una silloge che racchiude gli scritti poetici dell’autrice che vanno dal 1988 al 2009 e al cui interno è possibile rinvenire tracce stilistiche e tematiche di maestri come Carducci, Joyce e D’Annunzio pur mantenendo una certa unitarietà formale e uno specifico narrativo che sono propri dell’autrice.Essendo un debutto per Rossi nel campo della poesia è possibile definire quest’opera come un Primo vere (citando ancora D’Annunzio) ovvero un primo sboccio primaverile nella scrittura lirica in cui l’autrice riversa tutta la passione e la sensibilità di attimi e sensazioni vissuti o solamente immaginati. “Paesaggi di tempo” pur mantenendo un approccio molto moderno alla materia poetica riesce a far riverberare quel gusto classico da verseggiatore innamorato della natura, celebrandola sia in maniera astratta e metaforica che con toni maggiormente descrittivi e realistici.
Sfogliando questo canzoniere poi salta all’occhio anche la passione per l’arte cinematografica e teatrale che Rossi celebra, soprattutto, attraverso i componimenti “Prove di teatro” e “Addio Nannare’”, quest’ultima dedicata a uno dei grandi amori cinematografici di Rossi ovvero Anna Magnani a cui ha dedicato anche diversi scritti. “Paesaggi di tempo” è una lettura piacevole e intensa, in grado di aprire una nuova strada intellettuale alla saggista e studiosa alessandrina. (Valentino Saccà)