di Florido Fratini per PrometeOrvieto
“Tutto beeene, tutto beeene” è il ritornello che ci viene proposto da una pubblicità televisiva. È il ritornello che da anni ci sta somministrando la sindaca Tardani e che ha ribadito nei giorni scorsi in risposta a interrogazioni preoccupate per la Sanità del nostro territorio.
“Con oltre 18 milioni di euro di lavori già finanziati, programmati e – nel caso del Pnrr – che dovranno essere conclusi entro il 2026, va da se come sia nei fatti un progetto di rilancio dell’Ospedale di Orvieto e della sanità territoriale dopo anni di abbandono che hanno messo ai margini il nostro territorio”.
Così la sindaca, come se quei soldi venissero dall’attenzione della Regione e dall’attrattività politica della nuova amministrazione orvietana. Gli investimenti previsti sono in gran parte effettuati con fondi Pnrr, che prima non c’erano, e l’altra con fondi regionali che sono il minimo sindacale per la manutenzione della struttura ospedaliera e della strumentazione. Tardani rassicura anche che gli 8 milioni per casa di comunità e ospedale di comunità, 7 del pnrr e 1 della regione, saranno sufficienti per la ristrutturazione del vecchio ospedale, anzi, basteranno anche per la necessaria strumentazione. Da completare il tutto entro il 2026, altrimenti niente quattrini, tutto fermo.
Sarebbe interessante e più credibile se anche il vicesindaco Mazzi, ingegnere storico del Comune, sostenesse tale sicumera. Intanto viene denunciata da un accorato comunicato della CGIL la sospensione del servizio di mammografia dell’ospedale orvietano senza, come dovere di ogni buon amministratore, preavvertire i cittadini e il distretto di Orvieto, che tutti volevano difendere, ce lo siamo giocati, zitti zitti. “Tutto beeene, tutto beeene”. Un sollievo per le orecchie, una mortificazione per la ragione.