Il vicepresidente della Cia di Orvieto, Confederazione Italiana Agricoltori, Stefano Pelorosso si è fatto portavoce del profondo malessere e la grande preoccupazione di chi si occupa di terreni ed animali nel territorio. La coltivazione e gli allevamenti sono in strettissima relazione con la natura e di conseguenza con il clima. I cambiamenti indotti nelle temperature e nelle precipitazioni stanno modificando la resa dei raccolti e stanno incrementando le difficoltà nel reperire le risorse utili all’attività agricola.
Come state rispondendo a questa crisi?
“La siccità è diffusa in lungo e in largo su tutto il territorio italiano, anche la nostra zona è stata colpita duramente. Le colture cerealicole sono state già trebbiate, quindi non hanno avuto problemi come quelli che avranno le colture primaverili, girasole mais e prati, che probabilmente non riusciranno a completare il ciclo vitale e di produzione. L’unico temporale di luglio, fino ad ora, non è sato abbastanza. La razionalizzazione degli attingimenti, causata dalla mancanza di acqua, impedirà di innaffiare i terreni coltivati come quelli di tabacco, causandone una gravissima diminuzione della produzione.”
Quali problemi hanno gli allevatori?
“Gli allevamenti sono in una situazione simile a quella degli agricoltori. Il bestiame, in particolare bovini e ovini soffrono della mancanza dei pascoli estivi, infatti molti animali stanno andando in “asciutta”, ovvero per autodifesa non produrranno latte.”
Quanto in percentuale ha influito sui raccolti la mancanza di acqua?
“I cereali, il grano duro e il grano tenero, rispetto alla media del quinquennio, hanno avuto un calo del 20-25% dell’intera produzione. Le stime per le altre coltivazioni non sono di certo migliori. Inoltre, anche i vigneti di Orvieto avranno problemi sulla quantità dell’uvaggio prodotto, soprattutto nei terreni argillosi delle colline orvietane.”
L’inflazione galoppante e la guerra della Russia in Ucraina ha colpito anche gli agricoltori orvietani …
“Dal 2021 al 2022 i costi delle Aziende agricole si sono moltiplicati: i prodotti come anticrittogamici, nuovi sementi e gasolio hanno subito un aumento del doppio e del triplo rispetto ai prezzi pre-guerra. Il salto maggiore è stato fatto dai concimi azotati, che sono direttamente interessati dalle sanzioni sulla Russia e sul mancato export ucraino, dovuto al conflitto.”
Quali misure sono state adottate per mitigare le problematiche?
“Nel primo trimestre del 2022 è stato elaborato e messo in pratica un aiuto concreto alle aziende del settore, con la possibilità di un recupero del credito d’imposta del 20%. L’iniziativa si è tuttavia stoppata nel secondo trimestre. Le aziende cercano di autotutelarsi assicurandosi con polizze multi-rischio, nel quale vi è anche la possibile crisi idrica, che però non vengono più stipulate dalle assicurazioni poiché troppo dispendiose. Lo stato di Calamità è stato richiesto, noi siamo speranzosi che arrivi. Lo stato di emergenza sbloccherebbe così i rimborsi, che sarebbero molto graditi, e permetterebbe di intervenire strutturalmente per il futuro sui bacini d’acqua e sulle tubature, attingendo ai fondi del PNRR.” (Andrea Impannati)
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