“Grazie alla musica di Kantiere Kairòs abbiamo vissuto un momento di eternità. Nel 2023 contiamo di tornare ad un cartellone integrale di eventi distribuiti su due settimane, tra la Pentecoste e il Corpus Domini, ripartendo da quel lascito di bellezza del Festival custodito nella memoria collettiva e perseguendo il percorso intrapreso in questi anni”. Così Alessandro Lardani, direttore artistico del Festival Internazionale d’Arte e Fede, all’indomani del concerto-evento che mercoledì 15 giugno ha visto risuonare nella Cappella di San Brizio del Duomo di Orvieto le note della band cosentina che propone musica cristiana in chiave pop rock. È stato questo l’unico evento della 16esima edizione del Festival.
L’evento promosso dall’Associazione Culturale Iubilarte in collaborazione con il Comune, la Diocesi di Orvieto-Todi, il Capitolo della Cattedrale e l’Opera del Duomo, si è inserito nel solco dei grandi concerti della spiritualità che, negli anni, hanno trasformato i luoghi della città in piazze, teatri naturali, palcoscenici vibranti in grado di attirare anche un pubblico laico. Antonello Armieri (voce e chitarra acustica), Gabriele Di Nardo (batteria e percussioni) e Jo Di Nardo (chitarre) hanno presentato in anteprima nazionale sedici brani, in gran parte provenienti dal nuovo album “Cantate Inni”, in versione acustica, dicendosi grati ed emozionati di portare la propria musica in una cornice d’eccezione come la Cattedrale di Orvieto.
“Ci sentiamo come operai di un cantiere – hanno spiegato – al lavoro per la conversione e per l’annuncio dell’amore di Dio attraverso la musica”. Un messaggio ripreso anche da monsignor Gualtiero Sigismondi. “Siamo tutti operai – ha detto il vescovo – nel grande cantiere del tempo, specie in questa ‘Settimana Santa’ che condurrà Orvieto al Corpus Domini”.
Sospeso solo dal lockdown nel 2020 – il festival guarda già al prossimo anno con l’auspicio di tornare al tradizionale palinsesto di appuntamenti, incontri, mostre, proiezioni e tutto quello che in sedici anni lo ha reso un’esperienza viva e vivificante, perché come afferma Lardani: “Eucaristia è cultura … specialmente a Orvieto”.
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