Ennesima giornata violenza nel carcere di Orvieto, quella di martedì 5 maggio, con diversi appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria feriti che sono dovuti ricorrere alle cure dei sanitari. Lo denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.
“Un detenuto tunisino di 33 anni, già recidivo per comportamenti finalizzati ad alterare l’ordine e la sicurezza interna – riferisce il segretario nazionale Sappe per l’Umbria Fabrizio Bonino – proveniente dal carcere di Massa ha chiesto chiarimenti su alcuni fondi nella sua disponibilità. Prontamente il personale di Polizia presente sul piano ha chiamato l’Agente addetto all’Ufficio preposto che lo ha rassicurato sulla prossima disponibilità dei fondi in arrivo dalla precedente sede penitenziaria. Ma l’uomo, improvvisamente, si è allontanato dall’ufficio reagendo ai richiami del poliziotto tentando di strangolarlo. L’intervento immediato di altri due agenti, anche loro contusi ,ha impedito peggiori conseguenze al nostro uomo” conclude Bonino. “Mi chiedo dove siano coloro che rivendicano, ad ogni piè sospinto, più diritti e più attenzione per i criminali ma si scordano sistematicamente dei servitori dello Stato, come gli Agenti di Polizia Penitenziaria e gli appartenenti alle Forze dell’Ordine, che ogni giorno rischiano la vita per la salvaguardia delle Istituzioni…” ha rimarcato Bonino.
Il Sindacato evidenzia che nel 2021 nel carcere di Orvieto si sono contati 17 atti di autolesionismo, un tentato suicidio sventato in tempo dal personale di Polizia Penitenziaria, 9 colluttazioni e 2 ferimenti.
Donato Capece, segretario generale del primo e più rappresentativo Sindacato della Polizia Penitenziaria, esprime solidarietà e vicinanza ai colleghi feriti a Orvietto e denuncia: “è gravissimo quello che è accaduto, una violenza inaccettabile che ricorda a tutti quanto sia pericoloso lavorare in un penitenziario. Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari dell’Umbria e del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. Eppure, la Polizia Penitenziaria è stata incomprensibilmente esclusa, rispetto alle altre Forze dell’Ordine, dalla dotazione del taser, che può essere uno strumento utile per contenere le continue aggressioni”.
Capece ricorda infine: “sono mesi che il SAPPE porta avanti le battaglie a favore di ogni singolo operatore delle forze dell’ordine e del soccorso pubblico. Mesi che rivendichiamo il nostro ruolo ormai attaccato da più parti e che vacilla sotto i colpi di normative che non ci tutelano, di leggi troppo blande per chi delinque come la vigilanza dinamica ed il regime aperto nelle carceri”.