di Andrea Impannati
“Allegra”, il primo romanzo dello scrittore orvietano Massimiliano Maggi, edito da Alter Ego, ha riscosso successo nel panorama letterario locale e nazionale. Orvieto è la città natale dell’autore, dove ha fatto ritorno dopo una parentesi di formazione alla “Scuola Holden” di Torino.
Il romanzo racconta la vita di una famiglia disastrata da una grave perdita, e descrive minuziosamente quelle attività che sono routine e quotidianità per gli orvietani, che allo stesso tempo possono risultare stranezze se il lettore non ha ben presente le logiche della nostra città.
“Allegra”, oltre ad essere il titolo del romanzo, è il nome della protagonista adolescente che attraverso la sua storia riesce a svelare e a far conoscere i ragazzi di Orvieto.
I nostri momenti vissuti a Orvieto, essendosi ripetuti nel tempo sempre uguali, hanno assunto un valore quasi di rito religioso. Per me, infatti, la cena del sabato sera accompagnata da delle buone bottiglie di vino risulta un appuntamento immancabile. Il rituale e la ripetitività è spesso quello che ci accomuna con le vecchie tradizioni a cui tanto teniamo.
Non solo Allegra, il vino è uno dei “personaggi” più presenti nel libro ..
“Il vino nella mia vita ha un ruolo importante lavorando ed essendo cresciuto in enoteca. Ho voluto quindi dargli il ruolo che si merita nel romanzo, quello di protagonista. Il vino è anche un nostro carattere distintivo, da noi per fortuna si beve bene.” La distinzione verità e fantasia si fa man mano più sfumata nel proseguire la lettura. “La fantasia cos’è se non una delle tante possibili verità? L’incertezza della vita può essere vista anche come una mancanza di quella verità univoca che molti cercano senza risultati.”
Una pubblicazione in così giovane età non è da tutti, cosa consiglieresti a chi vuole intraprendere questa strada?
“In Italia esiste una problematica sociale, perché la vita dell’artista mette davanti a sé numerosi ostacoli e poche soddisfazioni nel breve termine. Tuttavia, la passione per la letteratura ed una certa dose di ‘culo’ riescono a fare miracoli. L’unica soluzione che vedo per rendere nuovamente il nostro un paese attrattivo secondo le logiche culturali è quello di rimboccarsi le maniche, pianificare nuove strategie e di investire nel futuro.”