CASTEL VISCARDO – Ne ha fatta di strada da quelle prime fotografie scattate dal terrazzo di casa con una macchinetta digitale economica: Michele Bavassano, anni 25, il suo sogno nel cassetto l’ha realizzato bruciando tappe su tappe. Sembra strano a dirsi, che semplicemente seguendo la propria passione, in pochi anni si riescano a raggiungere traguardi ambiti che la maggior parte consegue dopo decenni, o forse mai.
Dalle pendici di Monte Rufeno alle praterie sudafricane, la distanza non è proprio minima, ma Michele ha saputo accorciarla alla sua maniera, munito della sua attrezzatura fotografica e di tanta sana passione che l’ha spinto fino all’altro capo del mondo. Ha un debole per le fotografie naturalistiche, di animali in particolar modo, e i suoi scatti sono oggi tra i più visti sui social network, in Italia e non solo. Tanto impegno, tanta abnegazione, tanta volontà di seguire il proprio istinto giovanile, una specie di rivoluzionario del comune sentire se è vero che normalmente siamo abituati ad immaginarci un giovane della sua età, in cerca di un lavoro più o meno stabile che chissà mai quando riuscirà a consolidarsi socialmente ed economicamente.I suoi corsi di fotografia sono molto richiesti, anche all’estero, tanto che dall’Africa alla Scozia, dalla Spagna alla Croazia, il giovane ha già visitato una gran bella fetta di pianeta. Se non fosse stato per la pandemia, probabilmente avrebbe già viaggiato in America, sia a nord che a sud, quell’Eldorado naturalistico, vero e proprio eden per tutti gli appassionati viaggiatori.
La sua storia non ha nulla di incredibile, non ha avuto bisogno di chissà quale avventura per affermarsi, solo tanta costanza e certamente una bravura che gli viene ampiamente riconosciuta. Come ci arrivi sennò a collaborare con la BBC o Discovery, nomi che sarebbero punti di arrivo per qualsiasi carriera nel suo campo e che per lui, al contrario, rappresentano tappe importanti ma non necessariamente fondamentali nella sua crescita professionale.
Sì perchè Michele è un tipo schivo, timido, insomma, non è uno che se la tiri tanto. Non è un falso modesto, anzi, è uno che ci crede, che segue il proprio istinto e la propria passione, una di quelle persone rare che sembra saper navigare anche controcorrente.
Sempre in giro, sempre pronto con la sua attrezzatura fotografica e il proprio entusiasmo, ad andare ad insegnare i segreti del suo mestiere, che poi mestiere non è: è pura e semplice passione, di quella vera e profonda con la quale, incidentalmente, riesce anche a vivere.
Le oasi naturalistiche sono il suo habitat da quando ha cominciato a fare foto e proprio da quella di monte Rufeno è partito per andare alla scoperta dei luoghi più segreti e affascinanti della Terra. I monti Sibillini, verso i quali sta per incamminarsi per qualche settimana di intenso lavoro, sono uno dei suoi scenari preferiti, così come l’Abruzzo, il Gran Paradiso, le Alpi. Non gioca affatto a fare Indiana Jones, al contrario, ammette che nonostante abbia viaggiato in luoghi esotici – dalla savana africana alle foreste dell’India – non ha nessuna avventura particolare da raccontare.
Anzi una sì, che forse sarebbe meglio chiamarla disavventura, avvenuta a due passi dal confine italiano, nel territorio che separa la Croazia dalla Slovenia. Qui, insieme ad alcuni clienti, era appostato all’interno di un casotto in attesa di veder comparire l’orso. Peccato che gli si pararono dinanzi le guardie di confine che li scambiarono per clandestini che tentavano di varcare il confine. “Sono stati pochi istanti a dire il vero, però devo dire che non è proprio il massimo vedersi puntato un mitra così, all’improvviso!”, ammette Michele.Alle parole preferisce gli scatti e i suoi parlano abbastanza di lui e della sua passione. Ama la natura, il contatto con l’ambiente vero, genuino, quello che circonda Castel Viscardo, il mondo che l’ha visto crescere e nel quale ritorna sempre volentieri. New York? Londra? Tokyo? Macchè, solo a sentirli nominare gli viene l’orticaria, lui abituato a lavorare in posti selvaggi e poco frequentati, dietro casa o all’altro capo del mondo. Sharon, la sua ragazza, anch’essa fotografa, lo ascolta in silenzio mentre seduti a un tavolo di un bar di Orvieto, chi scrive viene letteralmente condotto in un viaggio in luoghi incredibili.
Va bene Michele, hai viaggiato parecchio per la tua età, avrai pure qualcosa da raccontare sul tuo scatto migliore, sull’emozione più grande che hai provato facendo questo lavoro, dico bene? Certo che ce l’ha lo scatto del cuore, quello che più l’ha emozionato. Nessun deserto, nessun animale esotico, nessun appostamento avventuroso: lo scatto che emoziona Michele è quello fatto ad un lupo appenninico a due passi da casa! Non è importante dove sei, è il cosa fai che rende meravigliosa la tua vita. (Gabriele Marcheggiani)
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