Strade sconnesse, erba alta, lapidi rotte, incuria generalizzata. Le condizioni in cui si trova il cimitero di Orvieto sono, se non quelle di un luogo abbandonato, sicuramente di uno spazio che avrebbe bisogno di maggiore cura ed attenzione. E si sprecano le lamentele da parte della gente che, purtroppo, deve frequentare il luogo per far visita ai propri cari. Tanto per cominciare, la non chiara comprensione del cartello affisso all’entrata sugli orari di apertura, scarabocchiato e modificato con scritte e scotch, è il chiaro presagio di ciò che è stato osservato all’interno.
I continui furti di portaceri, vasi ed oggetti lasciati dalle famiglie dei defunti esasperano le famiglie orvietane, che vorrebbero un luogo più sicuro per i propri cari. Ad un giro di osservazione approfondito, non sfugge, l’incuria in cui versa il cimitero. Le erbacce, infatti, crescono nei pertugi della pavimentazione di sanpietrini, evidenziando una malcelata inadeguatezza delle operazioni sia di essiccazione che di taglio e rimozione delle piante infestanti.
Le tombe, in particolar modo quelle poste a terra, sono circondate ed a volte ricoperte da erbacce. La mancata potatura delle piante ha invaso lo spazio di molti altri tumuli circostanti. La mancata pulizia dei secchi, pieni di fiori appassiti e di rifiuti, da l’apparenza di un luogo quasi abbandonato al degrado più assoluto.
L’impossibilità di buttare gli scarti dei fiori negli appositi cestini, inoltre, ha obbligato alcuni a lasciare i resti della manutenzione ordinaria dei privati nel prato antistante le tombe, aumentando, se possibile, la sensazione di sporcizia dell’intero Camposanto.
La sicurezza del cimitero orvietano non è garantita neanche ai visitatori, che oltre ai numerosi furti subiti rischiano seriamente di cadere tra le pietre lasciate in luoghi non sicuri ed i gradini distrutti. Gli scalini sono in molti casi disastrati e le macerie prodotte sono state lasciate sul luogo.
Numerose famiglie, esasperate dalle continue proteste senza alcuna risposta, si sono attrezzate autonomamente incaricandosi di mantenere pulito il luogo di sepoltura dei propri cari. I problemi maggiori riguardano non solo la manutenzione del cimitero, ma anche la mancanza di personale abilitato. La penuria di addetti non riesce a soddisfare quei bisogni che spesso vengono considerati secondari, soprattutto quelli competenti all’accoglienza dei visitatori italiani e stranieri ed alla guida dei numerosi carri funebri.
Due addetti ai compiti sopraelencati non sono effettivamente sufficienti per un cimitero di quasi 6 ettari. L’impossibilità di trovare, in tre distinte occasioni, un custode che fosse presente e disponibile per rispondere ad alcune domande riguardanti il cimitero, corrisponde ad una delle prove più evidenti dell’insufficienza del servizio fornito. Il personale che ha il compito di controllo ed accoglienza è formato da solo due figure professionali, che non riescono, con i propri turni, a colmare l’intero orario di apertura del Camposanto. Forse, un maggiore controllo dell’Amministrazione sull’operato della società incaricata, potrebbe aumentare la rapidità e l’efficacia delle operazioni di manutenzione. (Andrea Impannati)