«In questi tempi [1308], Orvieto nostra Patria, era in stat felice, e prospero, come oltra molte cose che a ciò fanno; si può vedere ancora per l’infrascritti censi, tributi, & obblighi, che havevano molte Terre, e Castelli del dominio d’Orvieto, che nel giorno della Vigilia dell’Assunta, si solevano pagare, come s’è detto. Vrbevetellum sol.Cereum librarum xv. Marcas ij. Bravium aureorum octo. Clusium Cereum lib.30. Mar. ij. Equos iiij. Frumenti salmas D. Mons Politianus … Lucinianum … Clancianum … Sarteanum … Excitona … Abbatia Sancti Salvatoris … Planum Castanearum … Mancianum … Sanctus Cassianus … Selle … Procenum …Aquapendens … S. Laurentius … Gripte … Gradule … Latera … Valentanum … Vulsinium … Insula Martana … Castellonchium … Lugnanum Tiberinae … Fichinum … Radicofanum … Castrum Plebis … D. De Farnesio … D de Marano … D. de Castro Azaro … D. Raynutius de S. Ioanne … D. Petrus de Flagrano … Vicecomites de Campilia … Comes Guido de Sancta Flora … Comes Guido de Soana, Pitiliano, Sorano, Sitornia, & Altricoste … Comes Andreas de Monte Marte & Corbario … Comites de Marciano, pro Parrano, Monte Iove, & Castro Flore … D. de filijs Ursis de Mugnano … D. Civitelle Manni … D. de Titignano … D. de Castro Perio … Il Cerio si dava alla Chiesa Episcopale, e la Marca, cioè li denari, haveva il Commune delli Palij: si facevano giostre, lotte, & altre feste …»
A Sant’Andrea, che era la cattedrale ad interim (essendo impraticabile l’antica S. Maria prisca e, dopo il 1290, in costruzione il nuovo Duomo), si celebrava l’Assunta con tutte le autorità religiose e civiche e le rappresentanze delle Terre assoggettate e alleate; ricolma la piazza “majore”, si inscenava il “vituperio” urlando gli assenti alle celebrazioni a furor di popolo.
Alberto Magno, Tommaso D’Aquino, Bonaventura da Bagnoregio, figure di spicco dello Studium orvietano, segneranno la strada di pensiero e riflessione sull’Assunzione di Maria, partita da lontano sin dal II secolo, nelle feriae augusti (per essere definita ufficialmente nel XX). Orvieto celebra la sua Patrona. La festa quella vera. Della città, della comunità, dal Medioevo (S. Giuseppe, che ricorre solo dal secolo XVII, è festa recente); non solo del Comune o del Contado.
Il nostro Duomo, il Giglio d’Oro che custodisce il santuario eucaristico delle reliquie del Miracolo di Bolsena, il Sacro Corporale intriso del Sangue dell’Ostia consacrata, ci riporta a Chrétien de Troyes (la stessa Troyes di Jacques Pantaleon, papa Urbano IV che si stabilì ad Orvieto e che elevò a Sede Apostolica e che da Orvieto istituì e promulgò nel 1264 il Corpus Domini all’universo cristiano); al Perceval, dove narra che il Sangue di Gesù Cristo, il Sacro Graal, è anche Sangue di Maria, la mamma terrena.
La dedicazione della basilica cattedrale di Orvieto a Maria Vergine Assunta in Cielo ne è viva reale eterna Testimonianza.