Tra la Fondazione per il Museo “Claudio Faina” e il Dipartimento di Storia, Patrimonio Culturale, Formazione e Società dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” è stato stipulato un accordo finalizzato al progetto per la documentazione, lo studio e la pubblicazione di reperti archeologici provenienti dal distretto orvietano, con particolare riferimento a quelli recuperati nel corso delle recentissime indagini svolte nel sito di Via Ripa Medici.
Si tratta di un eccezionale e articolato sistema ipogeo, di cui fanno parte anche cave di tufo colmate nel corso della seconda metà del V sec. a.C. Lo sversamento di materiale, derivante dalla demolizione di una serie di edifici, si verificò in concomitanza di un radicale intervento di rinnovamento e riorganizzazione urbanistica che interessò la città etrusca di Velzna.
Il recente parziale svuotamento di uno di questi vani ha inoltre portato al recupero di una straordinaria massa di materiale archeologico, che ha permesso di gettare nuova luce sulla storia più antica della Città di Orvieto. Lo studio analitico di questi reperti, già oggetto di una serie di pubblicazioni preliminari, sarà coordinato – per conto dell’Ateneo romano – dal Professor Gabriele Cifani.
Le attività di scavo di Via Ripa Medici sono state svolte dal 2012 al 2019 dalla Fondazione Faina in regime di concessione ministeriale e si sono svolte sotto la direzione scientifica dal Dottor Claudio Bizzarri, prima dell’interruzione a causa dell’emergenza sanitaria legata al COVID-19.
Negli otto anni del progetto, grazie alla fattiva cooperazione tra Soprintendenza, Fondazione Faina, University of Arizona e Saint Anselm College, moltissimi studenti statunitensi hanno potuto impegnarsi in prima persona per l’esplorazione di questo strepitoso complesso sotterraneo, prendendo parte alle attività di scavo, documentazione e prima catalogazione dei reperti.
Durante lo svolgimento delle indagini gli studenti hanno avuto la possibilità di confrontarsi con professionalità altamente qualificate, partecipando – tra l’altro – all’elaborazione di analisi per la caratterizzazione chimicofisica di alcuni reperti, alla flottazione dei sedimenti e all’analisi dei reperti ossei rinvenuti, il cui studio è stato affrontato dalla Dottoressa Angela Trentacoste della Oxford University.
Il nuovo accordo si pone nel solco delle attività di studio e valorizzazione del patrimonio archeologico della Città, da sempre al centro delle attività della Fondazione Faina.