Quando succedono tragedie come quella di Stresa-Mottarone in cui la cabina della funivia si è staccata e molte persone che malauguratamente erano lì hanno perso la vita, ci chiediamo che senso ha la nostra vita.
Molti mi avete scritto chiedendomi: perché succedono queste tragedie? che senso ha morire così, in questo modo?
Oggi vorrei fare con voi tre considerazioni psicologiche sulla nostra fragilità e su cosa possiamo fare per cercare di vivere al meglio la nostra vita nonostante queste tragedie.
Io sono Roberto Ausilio psicologo e psicoterapeuta e mi occupo ormai da quasi vent’anni di aiutare le persone a sbloccarsi e vivere senza il freno a mano grazie alla psicologia pratica e alla crescita personale. Se ti interessano questi temi iscriviti al canale Youtube “ PSICOLOGIA E VITA“ e seguimi all’interno della community “PSYLIFE” dove trovi anche i nostri videocorsi. (www.psylife.it )
Le tre considerazione che oggi voglio fare con te non hanno la pretesa di trovare un senso a qualcosa che senso non ne ha. La premessa fondamentale da fare è che alcune cose non dovrebbero capitare, non dovrebbero succedere, non si dovrebbe morire così e siamo tutti d’accordo. Certo bisognerà capire se qualcuno ha delle responsabilità. La prima considerazione che voglio fare è proprio questa sulla sicurezza, sulla finta sicurezza che che noi pretendiamo di avere all’interno della nostra vita.
Ma la realtà è molto diversa dall’immaginazione. Quando noi nasciamo veniamo catapultati all’interno di un “game” di una specie di “gioco” che è la vita, come una pallina inserita in un flipper: una volta inserito all’interno di questo flipper senza che tu l’abbia chiesto, sei in ballo e ti trovi a dover giocare appunto questo gioco chiamato “vita” da cui non puoi decidere liberamente e facilmente di scendere, perché anche il suicidio sarebbe un’opzione difficilmente percorribile con tante implicazioni difficili e dolorose.
Non ci resta quindi che viverla questa vita “pericolosa”: per quanto noi ci sforziamo di rendere sicuro questo mondo con norme, sicurezze, leggi, (ed è giusto che facciamo questo) non potremo mai eliminare completamente l’insicurezza dalla nostra vita.
E’ utile quindi, a mio avviso, lavorare psicologicamente su due versanti: da una parte cercare di ridurre il rischio inutile di determinate cose e dall’altra parte accettare l’idea che il rischio c’è sempre.
Solo accettando il rischio di vivere, l’insicurezza insita nel vivere, possiamo vivere veramente e pienamente. Spesso invece quello che facciamo è cercare di evitare tutte le situazioni potenzialmente pericolose: ma così facendo riduciamo la nostra vitalità e paradossalmente ci esponiamo di più al pericolo.
Tutte le volte che ad esempio il fobico cerca di evitare l’oggetto della propria fobia, in realtà non sta facendo altro che alimentare quella fobia. Se una persona ha paura delle altezze, l’evitare di esporsi alle altezze non fa altro che aumentare quella paura e diminuire la sua capacità di gestione di quelle situazioni.
Quindi il primo consiglio è : vivi la tua insicurezza e inizia a conviverci.
Seconda riflessione è : fai ciò che veramente conta per te nella vita perché solo se conosci e riconosci i tuoi valori puoi agire in base a questi.
Ecco, il concetto è: agisci. L’azione è importante: non restare lì sul divano a fantasticare e basta, fantastica pure, ma poi realizza e porta te stesso nell’azione, immergiti nel fiume della vita e agisci, insomma fai ciò che va fatto!
Mi ha colpito molto la storia di questi due ragazzi che stavano lì nella funivia e che purtroppo sono morti. Alessandro e Silvia, 29 e 27 anni, lei si era appena laureata a marzo, volevano sposarsi, e hanno in qualche modo fatto ciò che andava fatto, e cioè agito probabilmente in base a quelli che erano i loro valori, in questo caso il valore dell’amore. Quindi non esimiamoci dal vivere i nostri valori: se per te è un qualcosa di importante abbi il coraggio di portarlo avanti.
La terza riflessione è il rispetto del tempo. Rimaniamo scandalizzati quando qualcuno muore “prima del tempo”. In realtà ci scandalizziamo ormai anche quando muoiono i novantenni, gli ultracentenari, perché in qualche modo abbiamo visualizzato ormai la morte come una cosa accidentale, invece dovremmo visualizzarla come parte integrante della nostra vita: la pallina inserita nel flipper sa che dovrà uscire. Quindi ricordati che devi morire: che detta così sembra una cosa truce, ma in realtà è una cosa molto bella perché ci ricorda sempre che il tempo a nostra disposizione è limitato, perciò sarebbe meglio utilizzarlo nella maniera più giusta e più idonea.
Ma attenzione: ciò non vuol dire sfociare in un inutile edonismo come spesso consumisticamente ci viene proposto e cioè “godiamocela perché del domani non c’è certezza”.
Il “Carpe Diem” viene interpretato non nel senso originario di saggezza antica e cioè di riuscire a godere del momento presente, ma della serie “prendiamoci ciò che di buono c’è e buonanotte a tutto il resto” in maniera molto egoistica ed edonistica. No! Non è quello.
Vivi il tuo tempo in base a ciò che veramente conta per te, ai tuoi valori tenendo conto che domani potrebbe essere tardi per fare ciò che è veramente importante, per parlare con quella persona, per manifestare affetto ad un amico, per far pace con il tuo partner se hai litigato…… perché veramente del nostro domani non c’è certezza.
Se hai altre riflessioni, se vuoi fare le tue considerazioni scrivile qui nei commenti e parliamone all’interno della community “PSYLIFE”
E ti voglio salutare con una bella frase tratta dal diario on line, dal profilo Facebook di Silvia, una delle ragazze vittime di questa tragedia, una frase di Goethe che dice: “Qualunque cosa tu possa fare, qualunque sogno tu possa sognare, comincia. L’audacia reca in sé genialità magia e forza. Comincia ora.” Ciao e Buona vita
dr. Roberto Ausilio
Psicologo Psicoterapeuta
Studio “Psicologia e Vita”
ausiliopsicologo@gmail.com
tel. (+39) 328 4645207
www.robertoausilio.it