di Pasquale di Paola
Con la Circolare Ministeriale 7089 del 17 febbraio 2021 il Miur ha comunicato che i sindacati di base hanno indetto uno sciopero generale per il mondo della scuola per lunedì 1 marzo 2021,sciopero che interesserà tutto il personale Docente e Dirigente con esclusione del personale ATA.
La ragione alla base dello sciopero è quella di opporsi in maniera corale e secca al prospettato prolungamento del calendario scolastico in presenza fino al 30 giugno 2021.
Lo sciopero riguarderà’ l’ intera giornata lavorativa del 1 marzo .
A tale proposito il MIUR ricorda alle scuole che dovranno adottare tutte le possibili soluzioni per garantire la più efficace copertura in materia di comunicazione dell’evento. Le singole amministrazioni scolastiche saranno tenute a rendere pubblico tempestivamente il numero dei lavoratori che aderiranno allo sciopero ,la durata dello stesso e la misura delle trattenute effettuate per la relativa partecipazione.
Anche i docenti del comprensorio orvietano hanno dichiarato la loro piena e convinta adesione alle ragioni alla base di questo sciopero, in segno di protesta contro le minacciate e non giustificate proposte di allungamento del calendario scolastico per recupero di fantomatiche giornate di lavoro perso nel corso dell’anno scolastico, all’ unisono con i colleghi a livello regionale e nazionale ,sciopero visto come un punto di partenza per intraprendere una seria lotta contro le politiche di stampo liberista nei confronti del mondo della scuola avanzate dal costituendo governo , politiche che mirano a disconoscere la DAD ,realizzata con enorme dispendio di energie ed enormi sacrifici mentali e fisici da parte di docenti , studenti e famiglie.
I docenti ribadiscono con decisione che è senza fondamento giuridico e pratico la paventata richiesta di prolungamento arbitrario e non giustificato delle lezioni in presenza fino al 30 giugno, richiesta questa in totale contrasto con un progetto sociale, culturale e politico che, a partire dalla scuola, sia coerente con la Costituzione nata dalla Resistenza, che invita all’inclusione sociale.
I sindacati continuano affermando che le politiche di rigore, tese a colpire lavoratori, disoccupati, pensionati, il ridimensionamento del reddito di cittadinanza, i tagli contro il pubblico impiego in generale e la scuola in particolare, al netto dei proclami sulle assunzioni dei precari, sono e saranno sempre respinti dalle organizzazioni sindacali e dai lavoratori.