In questi giorni sta capitando un po’ a tutti di avere dei pensieri ricorrenti, in alcuni casi ossessivi, e di non riuscire a fermare il nostro cervello che corre come un criceto nella ruota. Si chiamano pensieri ossessivi e in psicologia li conosciamo da un bel pezzo.
In alcuni casi sfociano in disturbi più gravi, come il disturbo ossessivo compulsivo, quando cioè una persona non riesce più a smettere di pensare ad una determinata cosa che può essere una preoccupazione, un’angoscia, un’ansia per il futuro piuttosto che una paura di contrarre qualche malattia, oppure l’ossessione per l’ordine eccetera. In effetti sono problemi che, se non risolti, possono diventare invalidanti perché il nostro cervello, lasciato libero e sguinzagliato, ci riporta sempre gli stessi contenuti rendendo difficile concentrarci su ciò che è utile e impedendoci di vivere la nostra vita in maniera serena, tranquilla e propositiva.
Nella fase che stiamo vivendo, probabilmente a causa del Covid, dell’incertezza del futuro, secondo le statistiche stanno aumentando le problematiche relative a ipocondria (paura eccessiva di ammalarsi) e ad alcune ossessioni (ci laviamo le mani compulsivamente) oppure facciamo eccessiva attenzione all’ordine, alla pulizia eccetera.
A volte questo può essere invalidante.
Oggi voglio provare a dare tre piccoli suggerimenti per aiutarti a superare i pensieri ossessivi, a superare questa rigidità del pensiero. Nel mio studio di Psicoterapia da quasi vent’anni ricevo anche persone che hanno questo tipo di problematiche: fortunatamente con la psicoterapia questi problemi si riescono a risolvere anche nei casi più gravi. Ci sono tante tecniche e tanti sistemi che possono essere utili: vediamone tre, così al volo, con la raccomandazione, ovviamente, che se i sintomi persistono devi consultare lo psicologo; e ricordati che non è problematico chi va dallo psicologo ma è più problematico chi non ci va, chi non ha il coraggio e la forza di farsi aiutare.
Primo sistema: accetta e osserva i tuoi pensieri.
Il tentativo di bloccarli non fa altro che far aumentare e peggiorare il problema. Perché? Perché il nostro inconscio non riesce a recepire il “NON”. Quindi se io ti dicessi “NON pensare ad un elefante rosa su un filo dorato nel cielo in calzamaglia” tu a cosa penseresti? penseresti a quello!
E’ così che funzionano i pensieri ossessivi: più ci sforziamo di non pensare e più questi vengono a bussare alla nostra porta. Quindi impara a prendere una distanza da quei pensieri e ad osservarli. Per far ciò sono molto utili le tecniche di meditazione di mindfulness, le tecniche di rilassamento che ci permettono di non identificarci con i pensieri, di ricordarci che sono “pensieri”, pensieri nella realtà.
Secondo sistema: posticipa quel pensiero.
Tutte le volte che ti viene in mente ad esempio che potresti contrarre il coronavirus, anziché ossessionarti con questa idea prova a posticipare il fatto che te ne occuperai dopo: ad esempio potresti dire “ok vedremo, vedremo cosa succederà, me ne occuperò dopo, più tardi mi ossessionerò con questo pensiero” Quindi in qualche modo vai a posticipare quell’abitudine di pensiero che altrimenti ti riporterebbe sempre lì.
Terzo sistema: datti degli orari
Dedica ad esempio un quarto d’ora, venti minuti al giorno, ad un orario fisso prestabilito per farti tutte le cosiddette “paranoie” (come si dice in gergo popolare) quindi mettiti lì e scrivi questi pensieri ossessivi: è molto utile metterli per iscritto perché così tu li oggettivi, li leggi, e dopo strappi il foglio.
Quindi un quarto d’ora venti minuti dalle 19 alle 19 un quarto va bene mentre per il resto della giornata ti occupi di altro. E’ chiaro che questi sono solo tre piccoli suggerimenti ma spero che possano esserti utili.
Voglio salutarti con la frase di Jon Kabat-Zinn che dice:
“Non puoi fermare le onde, ma puoi imparare a cavalcarle “
Dr. Roberto Ausilio
Psicologo Psicoterapeuta Formatore
Studio PsicoVita Orvieto
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