Una lucida e incalzante cronaca politica della crisi dello Stato liberale vista attraverso una finestra sull’Orvieto del primo dopoguerra. Fatti, episodi, nomi e cognomi dei fautori e detrattori della rivoluzione fascista sulla rupe raccontati attraverso testimonianze, documenti d’archivio e articoli di giornale.
Con una analisi rigorosa e avvincente, Stefano Moretti narra la progressiva fascistizzazione della vita cittadina, l’escalation di violenza alla fine della quale Orvieto si destò in camicia nera: dalla costituzione della sezione orvietana dei fasci di combatti mento, nel maggio 1921, alle successive rappresaglie a colpi di manganello, perpetrate con la manifesta complicità delle forze dell’ordine locali, fino al brutale omicidio del giovane operaio Giovanni Ciuco.
Intermedia Edizioni ripropone un classico della storiografia locale, “Le origini del fascismo a Orvieto” in vendita on line e in distribuzione a partire dal 20 marzo “Non c’è più alcun cittadino non fascista denunciava il quotidiano locale Il Paese del 1921 il quale possa sentirsi garantita la propria incolumità”.
Ad Orvieto, ancor prima della marcia su Roma, l’aria era già satura della stessa follia reazionaria e totalitaria che, di lì a breve, inebrierà gli italiani per venti lunghi anni.
Stefano Moretti (San Gemini 1952) è dottore commercialista e revisore contabile, esercita la libera professione ad Orvieto. Appassionato di storia contemporanea locale ed in particolare di quella relativa al movimento socialista, è stato a lungo impegnato nelle istituzioni regionali ricoprendo, tra l’altro, l’incarico di presidente della Provincia di Terni e vice presidente della Giunta regionale dell’Umbria.